Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Noi
Autore: Veltroni Walter
Editore: Rizzoli
Argomento: Romanzo storico
Anno: 2009, Pagine: 341
Autore
Veltroni è un noto politico italiano che ha svolto diversi incarichi importanti ma, da alcuni anni, è anche uno scrittore, autore di vari romanzi.
La storia
Le vicende si svolgono in parte a Roma, in parte a Milano in un lungo arco di tempo, dal 1943 fino ad un ipotetico 2025, ed hanno come protagonista la famiglia Noi attraverso alcune generazioni.
Nella parte iniziale il protagonista è un adolescente, Giovanni Noi, che assiste al bombardamento di S. Lorenzo, agli orrori della persecuzione nazista e a tutte le tragiche vicende di quegli anni.
La sua famiglia, mettendo a rischio se stessa, ospita una bambina ebrea, salvandola da morte sicura ma la guerra civile ha le sue conseguenze anche su questo nucleo perché i due fratelli di Giovanni, Francesco e Cesare, si schierano su fronti opposti: il primo con i partigiani e il secondo con i repubblichini.
Negli anni ’60 anche questa famiglia conosce il benessere e la prosperità del boom economico: i figli di Giovanni hanno condizioni di vita decisamente migliori di quelle dei genitori.
Gli anni ’80 hanno come protagonisti i figli di Giovanni, in particolare Andrea, giornalista ed ex sessantottino: egli assiste e, come giornalista, registra avvenimenti tragici di quegli anni, come il terremoto che colpì alcune zone della Campania e le stragi politiche attuate dalle Brigate Rosse.
L’ultimo blocco narrativo ipotizza il modo di vivere del 2025, quando la tecnologia ci renderà soli e schiavi di un totale controllo, mascherato da assoluta libertà.
Recensione
Diversi aspetti del romanzo meritano attenzione, ad esempio la ricostruzione storica dei vari periodi svolta anche attraverso note di costume, infatti l’autore utilizza, come sottofondo, la musica e i film che segnarono le diverse generazioni.
L’ultima parte presenta una previsione, che non è poi così assurda, sul futuro immediato: è molto inquietante e triste quanto l’autore ipotizza anche se, forse, l’amore può costituire una possibilità di riscatto e di autenticità.
Nel complesso, però, la narrazione è caratterizzata da una scrittura troppo ingenua, con passaggi un po’ noiosi e lenti: inoltre i sentimenti sono troppo scoperti, troppo esibiti e questo, secondo me, è fastidioso anche perché li rende un po’ artefatti.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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