Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Oblomov
Autore: Goncarov Ivan
Editore: Feltrinelli
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2014, Pagine: 574
Autore
Ivan Goncarov è nato a Simbirsk nel 1812 ed è morto a San Pietroburgo nel 1891: di famiglia agiata, condusse un’esistenza tranquilla, movimentata solo da un viaggio in estremo Oriente.
Oblomov è il suo capolavoro, una delle opere più grandi della letteratura russa ed europea dell’800.
La storia
Il’ja Il’ic Oblomov è un giovane proprietario terriero la cui ricchezza deriva dalla tenuta di Oblomovka, lasciatagli dai suoi genitori, ma a cui il protagonista non dedica attenzione e, affidandosi al suo amministratore, vive a San Pietroburgo, accudito dal fedele servitore Zachar.
Le sue giornate trascorrono nel nulla: non legge, non lavora, non si impegna in alcuna attività, limitandosi a spostamenti dal letto al divano e lasciando che la vita gli scorra davanti senza afferrarla.
Dal torpore cerca di scuoterlo il suo amico Stol’c, costringendolo ad uscire, strappandogli la promessa di seguirlo in un viaggio in Europa e facendogli conoscere la giovane e affascinante Olga con la quale Oblomov stabilisce una tenera amicizia che si trasforma in un amore intenso e ricambiato.
Grazie ad Olga, il giovane uomo diventa un’altra persona: attivo, impegnato, deciso ad occuparsi della sua proprietà, fino a quando il suo oblomovismo (così definisce Stol’c la sua “malattia”) lo porta a scelte (forse non scelte) molto diverse rispetto alle aspettative.
Recensione
La trama presentata indica solo il principale filo conduttore della narrazione: intorno ad esso si snodano molte altre vicende e accanto al protagonista l’autore presenta una galleria di personaggi descritti ed analizzati con quella minuzia e quell’attenzione allo scavo interiore che è tipico della letteratura russa.
Quindi è il quadro di un’intera società e dei rapporti che la caratterizzano quello che Goncarov rappresenta, sottolineando l’immobilismo della classe dirigente, quella nobiltà terriera di cui Oblomov è simbolo.
La sua tendenza all'inazione, infatti, non è solo malattia dell’anima ma anche conseguenza di quello stile di vita trasmessogli dalla sua stessa famiglia: accanto a lui personaggi più intraprendenti agiscono, si muovono, a volte freneticamente, a volte in modo disonesto, ma Oblomov preferisce sottrarsi sia alle nuove logiche economiche sia al dovere di compiere scelte.
Dotato di un’innata bontà e di limpidezza d’animo, il protagonista è comunque sempre consapevole dei suoi limiti anche se privo della forza necessaria per superarli forse anche per una tendenza al fatalismo che è dello spirito russo.
Il contenuto dell’opera e la particolare eleganza che la caratterizza rendono il romanzo un autentico capolavoro, giustamente considerato ai vertici della produzione internazionale di quegli anni: una lettura di rara bellezza!
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
clicca qui per inserire il tuo commento.