Autore della recensione: Valentina Bordoni

Titolo: Mi ricordo

Autore: Paola Capriolo

Editore: Giunti

Argomento: Letteratura italiana

Anno: 2015, Pagine: 268


La storia
“Mi ricordo” di Paola Capriolo ruota intorno alla storia di due entità diverse ,però facenti parte dello stesso cerchio di vita. Due donne, due storie, due tempi diversi che diventano una sola storia, l’una il proseguimento dell’altra, il tempo dell’una la necessaria spiegazione del tempo dell’altra. Adele, vive negli anni trenta, con i genitori conducendo una vita agiata, in una villa in riva al fiume. Questa, giovane ebrea, dedica il proprio tempo scrivendo ad un poeta tedesco dell’epoca ,il quale l’ha incantata durante un incontro di lettura. Dopo il loro primo incontro, Adele a causa di questo amore platonico che nutre nei confronti del poeta, non riuscirà ad innamorarsi di Kurt. Il quale, studente di medicina, la corteggia e sembra non etichettarla per il semplice fatto di essere ebrea. In molte lettere Adele, tra le leggi di Norimberga, l’incredulità davanti a disposizioni incomprensibili, il fragore della Notte dei Cristalli, racconterà la sua esistenza fatta prima di agi e poi di disgrazie. La seconda Sonja, è una donna in matura età che vive nel nostro tempo, la quale grazie ad un articolo di giornale trova lavoro come badante presso un vecchio. Ciò che la spinge a scegliere fra i tanti annunci, è l’indirizzo presso il quale lavorerà. Fin dall’inizio, Sonja è impaziente nell’idea di apprestarsi in quella villa al fiume, ma ciò che viene sottolineato in questo libro, sono le sensazioni di quest’ultima, che la condurranno in un scavo archeologico del proprio passato familiare. Nel prendersi cura dell’anziano, descritto come un signore scorbutico, Sonia scova una grande biblioteca piena di volumi di poesia. Sul dorso, tutti portano lo stesso nome, di un certo poeta che non è sconosciuto a Sonja. Sono volumi già letti da qualcuno che ha lasciato le tracce ben visibili delle sue impressioni mentre sfogliava le pagine e assaporava le parole. Sonja conosce bene a chi appartiene la scrittura. Anzi, la ricorda. Con lo scorrimento della lettura si scoprirà che le lettere sono state scritte da Adele, la giovane ragazza citata sopra. Le lettere scovate ci lasciano immaginare quello che ne sarà, di Adele e della sua famiglia. Ma anche Sonja deve in parte immaginare in che cosa si trasformi la vita di Adele. Perché nelle lettere mai spedite al Poeta e scritte dopo il ritorno da quel luogo da cui in realtà non si ritorna, Adele è reticente. Dice, ma non tutto. Quello non si può affrontare. Quello resta dentro come un macigno che trascina sul fondo del fiume. Il libro si conclude con una domanda: ”la bellezza salverà il mondo?”. Bellezza che per Adele è stata come una garanzia di vita, pur però pagandone la dignità per tutta la sua vita.


Recensione
Il romanzo ci propone due realtà ben diverse che mostrano ,a noi lettori un’epoca importante e incisiva che porta avanti con sensibilità la storia di una donna vissuta durante la seconda guerra mondiale legata però all’infelice animo che vive nel quotidiano. A mio avviso, questo è da considerarsi un capolavoro, poiché completo da tutti i punti di vista. Passato e futuro, due tempi contrari vengono uniti dalle lettere di Adele, lettere che ho amato. Da lettrice consiglierei questo libro dove la realtà fa la sua brusca irruzione nel nostro presente, dove il più delle volte si diventa schiavi della propria libertà, ignorando a noi stessi che la libertà di espressione è la miglior conquista e come tale bisogno custodirla.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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