Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Patria

Autore: Aramburu Fernando

Editore: Guanda

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2017, Pagine: 626


Autore
F. Aramburu è nato a San Sebastian nel 1959. Docente presso l’università di Saragozza, ha poi abbandonato l’insegnamento per dedicarsi alla scrittura. Questo romanzo, uscito in Spagna nel settembre 2016, ha avuto un successo eccezionale e un vastissimo consenso.


La storia
Le vicende si svolgono nella zona di San Sebastian, nei paesi baschi, durante gli ultimi decenni del ‘900 e si concludono all’inizio del nuovo secolo quando sono stati raggiunti accordi tra i separatisti baschi e il governo di Madrid.
Miren e Bittori sono grandi amiche, come sorelle, e lo stesso rapporto lega i rispettivi mariti, Joxian e Txato: le due famiglie, con i tre figli di Miren e i due di Bittori, trascorrono molto tempo insieme, legate da reciproco affetto e solidarietà. Le azioni dell’ETA mettono però Txato e Bittori in seria difficoltà: lungo le vie del paese appaiono scritte ingiuriose nei confronti dell’uomo che, proprietario di una ditta di trasporti, viene a torto accusato di essere uno sfruttatore nemico del popolo basco. Gli abitanti del paese e la famiglia di Miren cominciano a prendere le distanze dagli amici, per vigliaccheria, per timore di rappresaglie: per quanto riguarda Miren, anche perché il figlio Joxe Mori si è unito all’ETA e anche lui partecipa alle azioni terroristiche. Miren, indottrinata, considera la violenza dei separatisti necessaria in nome della patria, le vittime degli attentati sono nemici e gli innocenti coinvolti nelle stragi solo danni collaterali.
Txato viene ucciso, vittima di un agguato, in un piovoso pomeriggio proprio davanti alla sua abitazione, forse Joxe Mari è responsabile ma comunque, poco dopo, il giovane è arrestato e condannato a numerosi anni di carcere per i vari attentati compiuti dal suo gruppo. Neanche di fronte alla morte di Txato la famiglia di Miren si mostra solidale, come il resto del paese.
Bittori e i figli lasciano il paese e si trasferiscono a San Sebastian ma, sebbene in modo diverso, l’assassinio del familiare blocca le loro esistenze.
A distanza di anni Bittori decide di tornare al paese in un contesto ormai storicamente e politicamente diverso: vuole conoscere la verità sull’uccisione del marito, vuole sapere se è stato Joxe Mari a sparare e vuole che i colpevoli riconoscano la loro colpa chiedendo perdono.
Il clima nel paese è inizialmente di forte diffidenza anche da parte della famiglia di Miren ma, forse, il tempo può narcotizzare rabbie e rancori, forse i moti del cuore possono esprimersi.


Recensione
“Persuasivo e brillantemente concepito”: con queste parole il premio Nobel Vargas LLosa definisce questo stupendo romanzo che per certi aspetti nel panorama politico spagnolo risulta di sconcertante attualità.
L’alternarsi dei piani temporali e il continuo variare dei punti di vista rendono la lettura particolarmente coinvolgente e, sebbene drammatica la storia narrata, l’autore manifesta emozioni e sentimenti con equilibrio e compostezza evitando la ricerca del patetico a tutti i costi.
I personaggi sono persone comuni alle prese con le difficoltà della vita quotidiana ma rappresentano anche le spaccature di quella comunità e il modo diverso di intendere la patria: per alcuni significa usare la violenza e le armi, per altri, come Gorka, il fratello di Joxe Mari, amare la patria significa custodirne e tramandarne la cultura, la civiltà, anche la lingua, l'euskera.
La conclusione implicitamente mostra l'inutilità della violenza e la condanna di essa da parte dell'autore: il dialogo e la solidarietà sono le carte vincenti per affrontare qualunque questione, anche quelle di carattere politico esposte nel romanzo che è, veramente, una pregevole ed elegante opera letteraria.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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