Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Il miglio verde

Autore: King Stephen

Editore: Sperling

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 1998, Pagine: 552


Autore
Nato a Portland (USA)nel 1946, comincia giovanissimo a scrivere, ottenendo il primo successo significativo con “Carrie”, portato sugli schermi da Brian De Palma.
Seguono molti altri romanzi di successo come It, Misery, L’ombra dello scorpione e altri, alcuni dei quali(tra cui Il miglio verde) hanno conosciuto fortunate versioni cinematografiche.


La storia
Gli avvenimenti si svolgono nel 1932, nel penitenziario di Cold Mountain. Qui lavora Paul Edgecombe, responsabile del Braccio E, la zona del carcere dove sono detenuti i condannati a morte i quali, prima di raggiungere la sedia elettrica, devono percorrere un tratto di corridoio pavimentato con linoleum verde, da qui il “miglio verde”.
Paul ha come collaboratori Harry, Brute, e Dean: tutti e quattro, anche se hanno a che fare con responsabili di crimini gravissimi, sanno essere umani e giusti verso i detenuti, a differenza di un’altra guardia carceraria, Percy, che non perde occasione di infierire con gratuita violenza sui condannati.
Il primo a finire sulla sedia elettrica, all’epoca dei fatti, è Delacroix che nei lunghi giorni di prigionia si era fatto un insolito amico, un topolino.
Percy, per il solo gusto di far del male, prima cerca di uccidere il topolino poi fa in modo di sabotare l’esecuzione di Delacroix affinché sia terribile: l’uomo muore arso vivo tra pene lunghe e indicibili.
Il Braccio E ospita anche un altro strano personaggio: John Coffey, un negro di proporzioni gigantesche , accusato di aver violentato e ucciso due bambine.
Paul è colpito dall’aspetto remissivo dell’uomo, che spesso piange e che , con un semplice tocco della sua mano, lo guarisce da una fastidiosa infezione.
Anche il topo di Delacroix, ormai spacciato, tra le mani di Coffey, che lo chiede per “rimediare”, guarisce, ma anche Melinda, la moglie dell’onesto direttore del carcere è sul punto di morire per un tumore al cervello..


Recensione
Il romanzo si termina di leggere con il dispiacere di dover lasciare una storia tanto toccante e commuovente: i personaggi positivi entrano nel cuore del lettore e si prova per loro affetto, simpatia, ammirazione o pietà, a seconda delle circostanze.
Nell’opera sono presenti elementi paranormali ma inseriti e sviluppati in modo tale che chi legge finisce per sentirsi coinvolto in una storia più che reale.
Oltre a questi aspetti, il romanzo invita anche a riflettere sulla pena di morte, riflessioni che, purtroppo, ancora non hanno perso attualità.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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