Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: I falò dell'autunno

Autore: Nemirovsky Irene

Editore: Gli Adelphi

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2012, Pagine: 233


Autore
Irene Nemirovsky è nata a Kiel nel 1903 ed è morta ad Auschwitz nel 1942.


La storia
Le vicende si svolgono a Parigi a partire dal 1912 ed hanno come protagoniste alcune famiglie della piccola borghesia che, fiduciose e ottimiste riguardo al futuro, si godono i piccoli agi della loro posizione sociale nella convinzione che niente muterà lo status quo.
All’avvicinarsi della I guerra mondiale, il giovane Martial sposa la cugina Therese prima di partire per il fronte: purtroppo, a causa di un bombardamento, il giovane perde la vita. Anche Bernard partecipa al conflitto: animato da fervore patriottico, come tanti altri giovani, si arruola volontario ma ben presto la sofferenza della vita di trincea smorza i suoi entusiasmi e gli fa vedere la guerra per quello che è, una lunga ed estenuante carneficina.
Terminato il conflitto, anche Bernard, come tanti altri reduci, con molta difficoltà ritorna alla vita civile mentre Therese, segretamente innamorata di lui, attende che questo amore sia corrisposto.
I due giovani si sposano ma Bernard è ormai profondamente cambiato e non è felice nella tranquilla esistenza borghese che potrebbe vivere con la moglie ed i figli che intanto sono nati: negli anni del dopoguerra c’è spazio, nel Paese, per speculazioni e affari non sempre limpidi che consentono di ottenere rapidamente ricchezza, piaceri, lusso…è questo mondo che, ora, attrae Bernard al punto che è disposto a rinunciare anche all’amore di Therese.
Lo scoppio di un nuovo tragico conflitto mondiale cambierà poi le prospettive di Bernard e di tanti altri come lui.


Recensione
Bella lettura!!!
Con un approccio molto diretto l’autrice rappresenta l’atmosfera della Francia di quegli anni: l’esaltazione patriottica del conflitto, occasione per manifestare la grandezza francese, nella convinzione, tra l’altro, che la guerra avrebbe avuto la durata di pochi mesi, la sofferenza della vita di trincea, le immediate difficoltà del dopoguerra…
In particolare nel romanzo è dato spazio alla figura di Bernard: simbolo del reduce che, dopo un’esperienza estrema come la guerra, mal si adatta alla pace, ma simbolo anche di quei “pescecani” che, grazie a faccendieri e politici corrotti, si arricchiscono senza scrupoli. Bernard è consapevole della sua immoralità ma è come se quella ricchezza gli fosse dovuta, a ricompensa dei patimenti subiti durante la guerra.
E’ molto interessante l’analisi di questo personaggio ma anche di quello complementare, la giovane Thérèse, che rappresenta un altro volto di quegli anni difficili, descritti con fedeltà e con una scrittura attenta e piacevole.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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