Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Il Gattopardo

Autore: Tomasi Giuseppe di Lampedusa

Editore: Feltrinelli

Argomento: Letteratura italiana

Anno: 2014, Pagine: 240


Autore
Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), siciliano, è autore universalmente noto, tradotto in molte lingue, consacrato anche dalla versione cinematografica del suo unico ma famosissimo romanzo.


Recensione
Le vicende narrate si svolgono in Sicilia, a Palermo, durante l’impresa dei Mille e nei mesi successivi che vedono la nascita della nostra nazione.
Protagonista assoluto è il Principe di Salina, fabrizio Corbera: maestoso e imponente nell’aspetto, domina, signore e sovrano, sulla famiglia e sui servitori con severità e rigore, atteggiamenti che, però, si ammorbidiscono molto nei confronti di Tancredi, il nipote scapestrato e spendaccione, di cui è tutore.
Il Principe, infatti, ha un debole per il giovane di cui riconosce temperamento ardito e cinismo, smorzato, quest’ultimo, da un’arguta malizia.
Attraverso il Principe di Salina l’autore, con una scrittura molto ricercata dal tono a volte decadente, rappresenta l’antica nobiltà feudale siciliana che, sospettosa verso Garibaldi e verso il Re Galantuomo, ritiene però necessario che “tutto cambi affinché tutto resti immutato” nella convinzione di conservare, anche in un mutato assetto politico, privilegi ed onori.
In effetti sia ufficiali garibaldini prima, sia ufficiali del Regio esercito poi, rendono omaggio al Principe ma, intanto, altri individui iniziano la loro scalata sociale.
Sono persone “self made man” come il padre della bellissima Angelica, sposa di Tancredi, senza eleganza, senza stile e, soprattutto, senza un passato ma sono molto ricchi, possono così acquistare i feudi della nobiltà in decadenza e vengono invitati, indossando frac costosi su scarpe impolverate, alle feste dei grandi signori di Palermo.
L’ascesa di questi individui, spesso calcolatori e privi di scrupoli, si accompagna ad un progressivo declino dell’aristocrazia terriera che, però, il Principe Fabrizio, per sua fortuna, non fa in tempo a cogliere in pieno e quindi, quando la morte lo chiamerà, non potrà immaginare che tanti dei suoi terreni, delle sue vigne, dei suoi pascoli…, andranno perduti, scivolati dalle mani di nipoti sciuponi e scialacquatori.
Da questo romanzo, giustamente considerato un capolavoro, è stata realizzata una altrettanto bellissima trasposizione cinematografica che immortala, come le pagine del libro, la fine di un’epoca e il tramonto di una secolare classe sociale.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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