Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il cielo di stagno
Autore: Pastor Ben
Editore: Sellerio
Argomento: Romanzo storico
Anno: 2013, Pagine: 466
La storia
Ucraina, 1943: il maggiore Martin Bora, che ha partecipato ai tragici avvenimenti di Stalingrado, è un ufficiale dei servizi segreti dell’esercito tedesco.
Ha due prigionieri importanti, due generali dell’Armata Rossa, dai quali potrebbe ricevere informazioni strategiche di fondamentale importanza in questa fase del conflitto ma, in circostanze poco chiare, i due ufficiali muoiono.
Intanto, in una foresta vicina, si verificano omicidi con modalità molto feroci: i civili sono convinti che la foresta sia maledetta, abitata da spiriti malvagi, ma Bora, ovviamente, è di altro avviso.
Il maggiore viene incaricato di indagare sia riguardo la morte dei due russi sia riguardo gli strani avvenimenti che accadono nella foresta ma le indagini sono complicate anche per l’ostilità tra i vari corpi tedeschi, in particolare tra i servizi segreti e le crudeli SS.
Recensione
La scrittura procede con una certa lentezza per cui la lettura non riesce a coinvolgere subito il lettore: gli avvenimenti bellici e le indagini di Bora si alternano con pagine più riflessive dedicate a considerazioni sulla fugacità dell’esistenza e sulla tragedia della guerra, esperienza così devastante, specialmente la II guerra mondiale, che, come afferma lo stesso protagonista, cambia dal profondo chi vi ha partecipato.
"Dopo aver visto tutto questo, dopo aver ucciso per vivere… non si è più la stessa persona…"
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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