Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Bella mia
Autore: Di Pietrantonio Donatella
Editore: Einaudi
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2018, Pagine: 182
Autore
Donatella Di Pietrantonio vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017), vincitore Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.
La storia
Il 6 aprile 2009 una forte scossa di terremoto colpì l’Aquila provocando distruzione e vittime. La protagonista di questo breve romanzo, Caterina, ha perso nel sisma la sorella gemella, Olivia: lascia un figlio adolescente, Marco, che ha un difficile rapporto con il padre, da tempo separato dalla moglie e residente a Roma.
E' quindi Caterina, insieme all'anziana madre, che si occupa del ragazzo ma i loro rapporti non sono facili: Marco è arrabbiato con il mondo e sfoga la sua rabbia con comportamenti ribelli anche a scuola mentre il padre si dimostra poco capace di essere tale.
Ciascuno di loro ha un lutto da rielaborare: i ricordi, i rimpianti, il vuoto dell'assenza... in certi momenti sembrano schiacciare la famiglia che si è formata dopo la tragedia ma proprio nell'amore condiviso per l'assente i sopravvissuti trovano la forza di ricostruire la loro vita.
Recensione
Questo breve romanzo racconta di una tragedia che ha profondamente colpito non solo una città ma l'Italia intera, partecipe e solidale con la sofferenza degli aquilani: il sisma non ha distrutto solo i luoghi provocando vittime, ma ha lasciato anche laceranti ferite nei sopravvissuti, traumi profondi che, a volte, rimangono per tutta la vita.
La ricostruzione, promessa in tempi rapidi, in realtà arriva con molta lentezza: i superstiti sperano di poter ritornare nelle loro case che custodiscono i ricordi di una vita e degli assenti e intanto abitano nelle costruzioni antisismiche costruite rapidamente dopo il terremoto ma non vogliono legarsi troppo né alle cose né alle persone, sono tutti convinti che sia una sistemazione provvisoria ma di fatto la permanenza forse sarà per sempre.
Una storia molto dolorosa, quella narrata dall'autrice, specchio purtroppo della realtà, narrata con lucidità e con commossa partecipazione, visti anche i legami della scrittrice con quel territorio e quella città.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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