Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Ninfa dormiente

Autore: Tuti Ilaria

Editore: Longanesi

Argomento: Giallo

Anno: 2019, Pagine: 475


Autore
Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller "Fiori sopra l'inferno", edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio.


La storia
Le vicende si svolgono in Friuli vicino al confine con la Slovenia.
Il commissario Teresa Battaglia, sessantenne abile e capace, e la sua squadra devono affrontare un’indagine molto particolare perché si tratta di un cold case.
In una galleria d’arte viene esposto un bellissimo quadro che ritrae una giovane donna addormentata, la Ninfa Dormiente, realizzata da un artista, Alessio Adrian, ex partigiano, nell’aprile del ’45: gli studiosi scoprono che il quadro è stato realizzato usando sangue umano.
L’artista, vivente, è però immobile a letto e muto, questo fin da quando è ritornato dalla guerra: secondo i medici ha scelto di condannarsi a questa forma di non vita.
Quindi, probabilmente, la donna ritratta è stata uccisa ma come?, da chi?
Per rispondere a queste domande, Teresa e i suoi, seguendo le vicende passate di Alessio, si spostano in Val Resia, a contato con una comunità che ha conservato tradizioni e riti ancestrali: in questo contesto Teresa intuisce l’esistenza di un oscuro e terribile segreto che doveva e deve essere custodito a tutti i costi…


Recensione
Le vicende si svolgono in un contesto suggestivo con fitti boschi, valli isolate, vette maestose… una natura che appare viva, quasi sul punto di svelare arcani e misteri: a volte questa ambientazione è affascinante, a volte troppo sottolineata.
L’impianto del romanzo è interessante anche per una rete di collegamenti tra la vita privata dei protagonisti e i fatti che essi devono analizzare, infatti costante è il richiamo alla maternità, celebrata attraverso antichi riti che sono sopravvissuti in quella terra di frontiera.
Insieme, i ricordi della guerra: la presenza dei partigiani ma anche l’occupazione tedesca prima e l’arrivo dei titini poi, con le conseguenti sofferenze per i civili, hanno lasciato tracce che ancora non sono cancellate.
La scrittura è corposa con una sua specifica cifra ma a volte ci sono delle note stonate, c’è qualcosa di troppo in questo romanzo che comunque, nel complesso, è gradevole.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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