Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Il treno dei bambini

Autore: Ardone Viola

Editore: Einaudi

Argomento: Letteratura italiana

Anno: 2019, Pagine: 232


La storia
1946: l’Italia, appena uscita dalla tragedia della II guerra mondiale, è un cumulo di macerie, in particolare alcune zone dell’Italia meridionale devono fare i conti con la povertà e con la fame.
Questo accade anche nei quartieri popolari di Napoli e sono i bambini a pagare il prezzo più alto, laceri e affamati.
Proprio a sostegno dell’infanzia, alcune donne iscritte al PCI organizzano un trasferimento, per il periodo invernale, presso alcune famiglie disponibili dell’Italia del centro nord: tra i bambini che, con il treno, si trasferiscono a Modena c’è anche Amerigo, di 8 anni, che affronta il viaggio tra speranza e timore del nuovo.
Amerigo è accolto da Derna e dalla famiglia di Rosa: per lui ci sono abiti caldi, cibo in abbondanza ma, soprattutto, tante carezze di cui la madre, una donna indurita dalle difficoltà della vita, è piuttosto avara. I mesi invernali scorrono per Amerigo come un bel sogno, scoprendo doti e interessi che non sapeva di possedere ma, con l’estate arriva il doloroso momento della partenza e del rientro a Napoli.
E’ molto difficile, per il bambino, reinserirsi nella difficile vita di prima al punto tale che tenta la fuga per tornare a Modena…


Recensione
Nei particolari secondo me ci sono delle incoerenze: l’immediato dopoguerra fu tragico per tutto il Paese mentre nel romanzo è troppo profonda la differenza tra Nord e Sud, inoltre è un po’ difficile pensare che una modesta famiglia di Modena abbia una tale abbondanza di cibo mentre nel basso di Amerigo è difficile mangiare tutti i giorni…
Nonostante questi aspetti poco realistici, nell’insieme è una bella storia che, nelle pagine finali, in cui si racconta di un Amerigo adulto, si rivela come un cammino di formazione vissuto attraverso laceranti separazioni, un cammino che si conclude quando il protagonista si riconcilia spiritualmente con la madre, simbolo anche delle sue radici e della sua infanzia.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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