Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Il piccolo Adolf non aveva le ciglia

Autore: Schneider Helga

Editore: Rizzoli

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 1998, Pagine: 224


Autore
Helga Schneider è nata in Slesia ed è cresciuta in Germania e in Austria, paese di origine di entrambi e genitori. Vive a Bologna dal 1963 e scrive in italiano.


La storia
La vicenda si svolge a Berlino nel 1940, quindi ad un anno dall’inizio della seconda guerra mondiale.
Grete, giovane di estrazione piccolo-borghese, è innamorata di Gregor, ufficiale delle SS che si occupa della questione ebraica e che ha di fronte a sé una brillante carriera. Il matrimonio tra i due sembra, inizialmente sereno ed è poi rallegrato dalla gravidanza di Grete.
Mentre i cittadini tedeschi soffrono per mancanza di viveri, nei palazzi dell’aristocrazia e nei banchetti degli alti ufficiali delle SS, è presente ogni prelibatezza: essi hanno anche benzina in abbondanza per le loro auto e di che riscaldare le loro case.
In questo ambiente vivono Grete e Gregor che, durante un ricevimento, hanno la possibilità di conoscere Hitler al quale promettono che chiameranno il loro figlio, che sarà certamente un maschio, Adolf.
Il piccolo Adolf nasce, però, senza le ciglia: è affetto da una grave deformazione, il mongolismo.
Prima che Grete se ne renda conto, il bimbo le viene tolto: sarà curato in un istituto specializzato. Intanto il comportamento dei suoceri nei suoi confronti è sempre più freddo e Gregor diventa addirittura violento con lei.
Desiderosa di avere notizie del figlio e preoccupata per la sua salute, Grete, dopo lunghe ricerche , viene a sapere che il piccolo è stato sottoposto al trattamento di eutanasia, riservato a tutti gli “inutili”, secondo i parametri nazisti.
Questo è solo il primo passo di un cammino che porterà la giovane alla piena consapevolezza degli orrori del nazismo.


Recensione
Intenso e commovente, anche questo romanzo ci propone,come altri dell’autrice, gli orrori del nazismo vissuti dai tedeschi. Le vicende,sebbene inventate, narrano, purtroppo, di fatti reali che fanno riferimento al programma di eutanasia che, anche prima del ’39, intendeva “liberare la Germania dai pesi morti della nazione”.
Nel 1941, preoccupato dell’opinione pubblica, Hitler blocca il programma che, però, di fatto, continua ad andare avanti.
Nel romanzo l’intreccio e la storia si fondono rendendo l’opera di coinvolgente lettura e di utile conoscenza storica, anche grazie ad un linguaggio molto scorrevole.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


clicca qui per inserire il tuo commento.

Commenti - 1 presenti. Valutazione media: 8,00 / 10


Michela Mancinelli 5 A Igea (05/09/12)

Il romanzo è ambientato all'incirca attorno agli anni '40, in una Germania in cui è scoppiata la guerra già da un anno e che subisce le iniziative dispotiche e disumane del Fuhrer. In quegli anni infatti,era stato avviato il cosiddetto programma di "dolce morte" che aveva lo scopo di sopprimere quanti rappresentavano dei "pesi morti della nazione". La protagonista, un tempo appartenente alla piccola-borghesia tedesca, sfogliando un vecchio album di fotografie, rivive a distanza di tantissimi anni gli orrori dei quali fu partecipe quando era soltanto una ragazza. E' un libro avvincente e appassionante. L'autrice infatti, grazie al suo modo di scrivere e di raccontare, spinge i lettori ad interessarsi a questo argomento e fa si che essi possano comprendere la dura realtà di quegli anni.

Valutazione: 8 / 10