
Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: La scuola raccontata al mio cane
Autore: Mastrocola Paola
Editore: Guanda
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2004, Pagine: 208
Autore
Paola Mastrocola è nata nel 1956 a Torino dove tuttora risiede.Insegna lettere in un liceo scientifico ed è autrice di romanzi di successo come “La barca nel bosco”.
Recensione
L’autrice, insegnante di lettere, ha un cane che si chiama Perry Bau: molto intelligente, è addirittura in grado di ascoltarla e di percepire i suoi sentimenti e i suoi pensieri che, riguardo la scuola, ultimamente “fanno molto rumore”.
Infatti i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni hanno svilito la funzione vera dell’istruzione scolastica, cioè creare cittadini consapevoli di sé e liberi, liberi di scegliere e di agire perché abituati, attraverso lo studio, la concentrazione, l’impegno e la fatica quotidiana, a pensare, a ragionare e a riflettere.
La scuola di oggi, generalmente parlando, è quella dei progetti, dei metodi, degli obiettivi, trasversali e non, delle uscite, più o meno didattiche,delle attività extra…tutto questo a svantaggio dei contenuti.
Ci si preoccupa di “come” insegnare, molto meno di “cosa”; ci si preoccupa di essere flessibili, comprensivi, aperti, moderni, attenti alle richieste del mondo del lavoro…, molto meno di abituare il giovane all’impegno e alla responsabilità.
Anche in questo fornire gli strumenti per leggere il nostro tempo e per inserirsi nella realtà contemporanea, la scuola spesso si adegua alla società di oggi nei suoi aspetti meno positivi: se oggi, sembra, bisogna essere competitivi, veloci, “collegati” (a Internet e via dicendo )…la scuola non sempre si sforza di proporre un modello di uomo diverso, in grado di appropriarsi del suo tempo, facendolo scorrere nella sua naturale lentezza, in grado di leggersi dentro e di ascoltare gli altri, delicato e sensibile, anziché arrivista e speculatore.
In particolare, sempre più le discipline umanistiche e, tra tutte, la letteratura, appaiono superate e quasi senza significato.
Un ragioniere, se vuole trovare lavoro, deve conoscere il bilancio, la partita doppia, internet, access, windows…
Questo è giusto, ma un ragioniere è una persona che, quasi sicuramente, solo a scuola ha la possibilità di leggere Leopardi e Montale.
Questi grandi, insieme a tanti altri, trasmettono nei loro versi valori, sentimenti, ricchezza di pensiero…universali, che possono nutrire e arricchire l’animo di ogni individuo, se solo li ascolta.
Certo che un ragioniere o un geometra devono avere competenze specifiche ma, insieme a queste, una cultura letteraria costituisce non solo un patrimonio condiviso e condivisibile, ma una ricchezza che, una volta acquisita , si ha per sempre e offre uno spazio “altro”da cui attingere sensibilità e idee e se tutto questo non è remunerativo, competitivo, concretamente utile, attinente al mondo del lavoro…deve essere accantonato?
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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