Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: L'estate che sciolse ogni cosa
Autore: Mc Daniel Tiffany
Editore: Blu Atlantide
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2017, Pagine: 379
La storia
Le vicende si svolgono nell’estate del 1984 a Breathed, una tranquilla cittadina dell’Ohio e sono narrate da uno dei protagonisti, Fielding, ora ultraottantenne, all’epoca un ragazzino di 13 anni.
Nell’estate dell’84 il padre di Fielding, Autopsy Bliss, integerrimo avvocato, pubblica sul giornale locale un invito al diavolo affinchè si manifesti.
A tale richiesta risponde un ragazzino di colore, Sal, che, lacero, smagrito, con numerose cicatrici di profonde ferite, afferma di essere proprio il diavolo.
Fielding, più incuriosito che spaventato, lo porta nella sua casa dove viene accolto con grande affetto.
L’avvocato Bliss e lo sceriffo locale fanno subito ricerche, convinti che Sal sia una delle tante vittime di un misterioso rapitore di ragazzini di colore ma le indagini non approdano a nulla.
Sal, buono e sensibile, non ha proprio nulla di diabolico diventando, ben presto, un componente della famiglia Bliss, oggetto di affetto e cure. Pur restando misteriosa la sua origine, il ragazzino, nonostante l’età, sembra depositario di quella saggezza antica che possiede chi ha molto vissuto o molto sofferto ma il suo arrivo coincide sia con un’ondata anomala di caldo soffocante sia con una serie di tragici incidenti dei quali diversi abitanti della cittadina lo considerano responsabile.
L’isteria collettiva, alimentata dal caldo che scioglie anche la ragionevolezza, è sempre più rivolta verso Sal, anche per la “predicazione” di Elohim, quasi folle dopo la perdita della sua amata Helen: Sal diventa il responsabile, il colpevole di ogni lutto e di ogni perdita e la conclusione non può che essere tragica.
Recensione
Insieme ai personaggi principali, protagonista di questa struggente storia è anche quell’America minore che occupa tanto spazio nelle pagine di Steinbeck o, più recente, di Haruf ma guardata con una prospettiva diversa: l’attenzione non è più rivolta alla dimensione sociale ma a quella psicologica, a quei meccanismi che trasformano una tranquilla e sonnolenta comunità in un gruppo di feroci razzisti assassini.
Alcuni lettori hanno visto nella paura del diverso il fattore scatenante, secondo me lo è di più il dolore perché questo accomuna i seguaci di Elohim, un dolore per una perdita devastante da indurre la folle illusione che individuare un colpevole-capro espiatorio possa risarcirla.
È una storia di profonda sofferenza quella che viene narrata, con un magnifico linguaggio e con uno stile originale e vario: metafore e similitudini splendide e mai artefatte, rapide pennellate di colore per descrivere i paesaggi, toni più ingenui quando la prospettiva è di Fielding ragazzino, toni lucidi e severi per descrivere la folla in preda alla rabbia assurda, amarezza e rimpianto del narratore anziano… a tutto questo si aggiunge la pacata commozione dell’autrice di fronte alle sofferenze dei personaggi…in conclusione: INDIMENTICABILE!!!
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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