Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Il caos da cui veniamo

Autore: Mc Daniel Tiffany

Editore: Blu Atlantide

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2021, Pagine: 425


La storia
Bitty Lazarus è la figlia di Alka e Landon, di origine indiana, per questo la bambina è chiamata con termini dispregiativi nella cittadina di Breathed (Ohio) dove vive con i suoi fratelli e le sue sorelle.
La sua famiglia è veramente un caos: la madre, Alka, ha subito abusi sessuali dal padre durante l’infanzia e questo trauma l’ha resa incapace di dimostrare amore ai suoi figli che imparano a temerne le sfuriate e ad aspettare quei gesti di tenerezza che, così rari, tanto più sono preziosi.
Landon è un sognatore e un ammaliatore con le storie che amorevolmente racconta ai suoi figli, storie che danno una spiegazione fantasiosa alla realtà, rendendola più accettabile.
I Lazarus sono poveri, il legame familiare è la loro ricchezza ma la storia della famiglia è segnata non solo da affetti condivisi ma anche da tragedie, dolori, segreti, colpe…


Recensione
Il romanzo si ispira alla vita della madre dell’autrice, Betty (Bitty) Lazarus e della sua famiglia: se all’origine è il caos, nulla lo dimostra meglio della storia di questa famiglia in cui ogni componente ha le sue colpe, i suoi demoni, da cui spera riscatto e salvezza proprio attraverso il legame con gli altri ma, secondo me, la conclusione sembra dimostrare che la redenzione non è possibile, un nuovo inizio non cancella il passato e non dà assoluzione.
Anche questa storia, come il primo romanzo dell’autrice (L’estate che sciolse ogni cosa) è una storia di dolore e sofferenza, a volte estremi, che si traducono in gesti di tremenda violenza. La scrittura caleidoscopica e immaginifica dell’autrice produce minor effetto se si è già letto il primo libro, ma è comunque potente e affascinante, aggettivi che userei per definire l’intero romanzo anche se alcune pagine… preferirei non averle lette!


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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