Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Un'altra parte del mondo

Autore: Cirri Massimo

Editore: Feltrinelli

Argomento: Biografia

Anno: 2016, Pagine: 340


Recensione
Aldo Togliatti (1925-2011) è il figlio, poco conosciuto, di Palmiro (1893-1964), guida storica del PCI dal 1927 alla sua morte, e di Rita Montagnana (1895-1979), dirigente della sezione femminile del PCI e fondatrice dell'UDI: ad Aldo è diagnosticata una forma di schizofrenia per la quale viene curato nei migliori ospedali d'Italia e d'Europa senza successo.
L'autore del libro propone una biografia di Aldo, basata su fonti dirette e indirette, attraverso la quale cerca di ripercorrere il cammino interiore di quest'uomo sensibile, delicato, gentile, che la Storia ha dimenticato.
Ragazzino vivace come gli altri, anche se meno scavezzacollo e amante della lettura molto più dei suoi coetanei, Aldo è, comunque, nel mondo, con rapporti e relazioni con gli altri e con l'esterno.
I primi cambiamenti si manifestano durante l'adolescenza trascorsa a Ivanovo (allora URSS) in un collegio per i figli dei dirigenti dei partiti comunisti europei perseguitati.
I suoi genitori, Palmiro e Rita, sono esuli in URSS per motivi politici: quando scoppia la guerra civile spagnola, "devono esserci" e pur promettendo ad Aldo un ritorno nell'arco di 2 mesi, in realtà mancano per 2 anni.
Questa è la prima di molte separazioni di Aldo dalla sua famiglia, certo questa è la sorte di molte famiglie di rivoluzionari i cui figli non hanno poi avuto disturbi mentali ma, come afferma l'autore, non si può misurare una vita con quelle degli altri.
Sembra, da testimonianze, che dopo questa separazione Aldo progressivamente si chiuda in un suo mondo: "timidissimo" è l'aggettivo che chi lo ha conosciuto in quegli anni utilizza per definirlo, ad indicare un "non esserci", che si manifesta con difficoltà relazionali, con parole che non vogliono uscire, con atteggiamenti di delicata ritrosia.
Terminata la guerra, Aldo torna in Italia ma per lui è un arrivo più che un ritorno, suggerendo l'autore l'idea di un profondo sradicamento.
Quando la madre, Rita, viene gradualmente estromessa dal partito (dal 1958) è con lei che Aldo trascorre gli anni fino alla morte della madre, un'esistenza abitudinaria e molto ritirata.
Intanto si sono complicati i rapporti con il padre che si è formato una nuova famiglia con Nilde Iotti e la figlia adottiva Marisa.
Alla morte della madre, Aldo è ospite di una clinica privata a Modena, Villa Igea, dove trascorre circa 30 anni, dal 1980 fino alla sua morte nel 2011, conservando nel suo "non esserci" quella mitezza e quella gentilezza che hanno caratterizzato tutta la sua vita.
Questo libro, con toni autenticamente compassionevoli e con osservazioni, a volte, più "leggere", tratteggia l'esistenza di un uomo costretto a vivere in anni terribili, con il peso ingombrante di un tale cognome, un uomo che, forse, avrebbe voluto soltanto una comune esistenza quotidiana, un uomo che la Storia ha travolto, impedendogli un rapporto sereno con il mondo.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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