Autore della recensione: Mirko Piersigilli
Titolo: Central Park
Autore: Musso Guillaume
Editore: Bompiani
Argomento: Giallo
Anno: 2017, Pagine: 300
La storia
Alice è una giovane poliziotta di Parigi, e Gabriel invece è un pianista jazz irlandese, ma si svegliano ammanettati tra loro su una panchina di Central Park. I due non si conoscono e non ricordano nemmeno come siano arrivati fino a quella panchina. La sera prima Alice era a una festa sugli Champs-Elysées con i suoi amici, mentre Gabriel era in un pub di Dublino a suonare. Allora i due iniziano a domandarsi dell’accaduto e domandandosi chi fosse l’altro. Si accorgono che oltre ad essere ammanettati hanno delle sequenze numeriche sulle braccia come se fossero dei codici, la poliziotta francese ha inoltre la camicetta sporca di una macchia di sangue e nella tasca del giubbetto ha anche una pistola non sua e mancate di un proiettile. Iniziano piano piano a conoscersi e a lavorare in coppia cercando di ricordarsi come siano arrivati fin lì, e nel frattempo pensarono come prima cosa a togliersi le manette e trovare un posto per poter stare al sicuro. Intanto però la poliziotta contattò il suo collega a Parigi, nonché il suo migliore amico per aiutare lei e Gabriel. Inizia così la loro avventura in coppia superando diversi ostacoli e anche molte amarezze del passato per poi scoprire la verità sull’accaduto e sconvolgere le loro vite.
Recensione
È il primo libro che leggo di Guillaume Musso e devo dire che ne sono rimasto molto soddisfatto perché solamente leggendo la trama mi ha colpito veramente molto; infatti, l’ho comprato quasi subito proprio perché mi ero incuriosito di andare a sapere come quei due sconosciuti si fossero risvegliati su una panchina di New York vivendo anche in paesi diversi. Credo sia il primo libro che leggendo solamente la trama senza nemmeno leggere una pagina della storia mi abbia catturato l’attenzione così tanto, fino al punto di domandarmi personalmente cosa potesse essere accaduto per avere una situazione del genere. Oltre alla curiosità che mi ha tenuto incollato alla storia, nel libro era presente anche molta suspence, ma c’era anche tutto uno sfondo psicologico che portava a pensare una cosa, ma andando avanti con la lettura le cose si stravolgevano e non riuscivi a capire dove volesse arrivare lo scrittore. Mi ero talmente appassionato della storia che pensavo sempre di aver capito cosa fosse realmente successo e invece proprio per mano, secondo me, della fantasia dell’autore non sempre in varie situazioni riuscivo a prevenire la verità prima che la svelasse l’autore, come con il finale a parer mio molto inaspettato e bello.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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