Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Acqua

Autore: Sidhwa Bapsi

Editore: Neri Pozza

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2007, Pagine: 206


Autore
Bapsi Sidhwa è nata a Karachi, in Pakistan, ed è cresciuta a Latore. Vive attualmente negli USA. I suoi romanzi sono stati tradotti in numerosi Paesi e hanno ottenuto ovunque prestigiosi riconoscimenti.


La storia
Le vicende narrate si svolgono in India, al confine tra Bihar e Bengala, a partire dal 1936. Sono,quelli, anni importanti per la storia dell’India perché Gandhi sta diffondendo le sue idee viaggiando per il Paese.
Chuyia, la protagonista, ha soltanto sei anni quando vengono celebrate le sue nozze con Hira Al, un vedovo di 44 anni.
La bambina rimane, però, a vivere con la famiglia, nell’attesa di essere matura per il matrimonio.
Purtroppo, solo due anni dopo, Hira Al muore e Chuyia rimane vedova.
Secondo la religione induista, la bambina accompagna il marito sulle rive del Gange, per la pira funebre, poi, con una sari bianca e il cranio rasato è costretta a lasciare la sua famiglia per entrare nell’ashram delle vedove.
Secondo l’induismo, poiché la vedova non può più generare figli né essere utile al marito, è una figura da guardare con disprezzo e sospetto: è lei che, con le colpe delle sue precedenti vite, causa la morte del marito, quindi va emarginata dal contesto sociale.
La vita nell’ashram è terribile: le vedove, per nutrirsi, devono fare affidamento sulla carità degli altri ma la prepotenza della perfida e viziosa vedova Madhumati costringe anche alcune vedove a prostituirsi: questo è il destino della bellissima Kalyani, anche se la sua sorte sembra poter cambiare dopo l’incontro con Narayan.
Quando Chuyia incomincia ad assumere le forme di una donna, la stessa fine può toccare anche a lei: in effetti Chuyia tocca l’inferno in terra ma qualcuno la salverà da altre terribili esperienze.


Recensione
Bellissimo e commuovente, questo libro, che prende spunto dal film Water di Deepa Metha, offre uno spaccato di vita indiana, in riferimento a quel periodo storico, mettendone in luce tradizioni ataviche e assurde.
Le vicende si svolgono, però, in un periodo di cambiamento: infatti Gandhi diceva, ad esempio, che gli intoccabili sono figli di Dio.
Alcuni personaggi risentono già di questa mentalità più aperta, meno legata ai rigidi schemi delle caste, mentre altri, o per convinzione o per interesse, restano saldamente ancorati alle tradizioni.
Di scorrevole lettura, le vicende coinvolgono il lettore, trasportandolo nell’atmosfera mistica dell’Oriente tra profumi d’incenso, offerte votive, pire che bruciano sulle rive del lento scorrere del Gange.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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