
Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Un indovino mi disse
Autore: Terzani Tiziano
Editore: TEA
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2006, Pagine: 428
Autore
T.Terzani, fiorentino, è stato per 30 anni corrispondente in Asia per un noto settimanale tedesco e poi collaboratore della Repubblica e del Corriere della sera. È vissuto per molti anni in India, per lo più nell’Himalaya. È morto nell’estate del 2004.
Recensione
Nella primavera del 1976 un indovino di Hong Kong disse a Terzani che nel 1993 non avrebbe dovuto mai volare, altrimenti la sua vita sarebbe stata in pericolo.
Quando la fatidica data si avvicina, Terzani, da 20 anni in Asia, decide di affrontare in modo “asiatico” quella profezia quindi evitando di prendere aerei. I direttori del suo giornale, il Der Spiegel, quando lo scrittore manifesta la sua intenzione di non prendere aerei, rispondono semplicemente: Faccia come crede, consapevoli che da quella richiesta poteva nascere qualche cosa di diverso da offrire ai lettori.
Così il giornalista viaggia attraverso Laos, Thailandia, Birmania, Cambogia, Vietnam… usando treni, auto, navi, camminando, quindi spostandosi con una lentezza esasperante rispetto al suo solito. Però, proprio questo insolito modo di viaggiare gli permette di entrare in contatto con aspetti meno conosciuti della vita dell’Asia, di stringere rapporti umani più intensi, di cogliere i profumi ed i colori di quel mondo al quale è profondamente legato.
In ogni luogo in cui si reca, consulta un indovino: vuole verificare l’esattezza della profezia che gli era stata fatta ma, in realtà, vuol confrontarsi con questa dimensione occulta alla quale si accosta ora con curiosità ora con stupore, ma a volte anche con scetticismo.
Gli indovini gli danno risposte spesso generiche, ma lo scrittore è sempre più interessato alla dimensione spirituale di pratiche e riti che sembrano ancora piuttosto radicate nell’animo asiatico, tanto che noti uomini politici consultano i loro indovini “privati” prima di fissare importanti incontri.
Nonostante questi atteggiamenti, quello che, in questo cammino quasi a piedi per l’Asia, rattrista Terzani, è osservare che per gli asiatici l’unico modello di sviluppo possibile sembra essere quello occidentale, materialistico e consumistico, così lo imitano senza cercare alternative, distruggendo quella dimensione spirituale che potrebbe invece costituire un’alternativa all’etica del profitto e del consumo.
Alcune delle riflessioni e delle esperienze che Terzani racconta sono presenti anche in altri suoi libri ma il suo scrivere elegante, intenso, capace di autoironia, rende ogni pagina incantevole, anche se già letta.
Presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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