
Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: La sposa pakistana
Autore: Sidhwa Bapsi
Editore: Neri Pozza
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2002, Pagine: 296
Autore
Bapsi Sidhwa è nata a Karachi, in Pakistan, ed è cresciuta a Latore. Vive attualmente negli USA. I suoi romanzi sono stati tradotti in numerosi Paesi e hanno ottenuto ovunque prestigiosi riconoscimenti.
La storia
Le vicende si svolgono nel periodo immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale quando, riconosciuta dagli inglesi l’indipendenza dell’India, vennero però creati due stati: l’India induista e il Pakistan mussulmano.
Nel Paese si verificarono allora esodi incrociati di induisti e di islamici che furono l’occasione per manifestare odi e rancori a lungo repressi tra i due gruppi.
L’India fu allora teatro di violenze e massacri a sfondo religioso e razziale.
La famiglia di Sikander, mussulmana, in questo contesto, si mette in viaggio verso il Pakistan ma il loro treno,vicino al confine, viene assalito da fanatici indù che compiono un vero e proprio massacro.
Della famiglia di Sikander si salva solo la piccola Mummi, di cinque anni, che viene soccorsa da un altro superstite: Qasim.
L’uomo chiama la piccola Zaitoon, come la figlia che aveva perso tempo prima e la conduce in un campo profughi in Pakistan. Qasim si affeziona subito alla bimba che ricambia con intensità questo sentimento. L’amicizia di Qasim con Nikka, spregiudicato e simpatico imbroglione, e con sua moglie Miriam, permette all’uomo e alla figlia adottiva un’esistenza serena e dignitosa nella città di Latore.
Zaitoon cresce circondata dal premuroso affetto del padre, di Nikka e Miriam che, non avendo figli, riversano su di lei il loro amore di potenziali genitori.Anche se tutti di fede islamica, Zaitoon non ne conosce le usanze più assurde e crudeli verso le donne: Qasim non è un padre prepotente, anzi, la ama teneramente e farebbe qualunque cosa per lei, anche se l’uomo proviene da un villaggio del Kohistan, nascosto tra impervie montagne, dove la prepotenza e la violenza regnano sovrane e dove la donna è soltanto una “cosa” di cui l’uomo può disporre a suo capriccio.
Un giorno Qasim, per le vie di Latore, incontra un suo cugino, proveniente dal Kohistan, il paese per il quale Qasim prova ancora tanta nostalgia, e i due stabiliscono un accordo nuziale, visto che ormai Zaitoon è una bellissima ragazza di sedici anni…
Recensione
Romanzo di forti passioni, ma anche di delicati sentimenti, mette in luce problemi ancora presenti in alcune zone del mondo dove non solo alla donna non sono riconosciuti diritti, ma la legge del più forte sembra essere l’unica capace di regolare i rapporti umani.
Tra le strade di Latore, sullo sfondo di un paesaggio aspro e affascinante, si muovono personaggi che hanno una loro ricchezza interiore, insieme ad altri chiusi nella loro dimensione di violenza e barbarie, ma tutti, comunque, estremamente vivi e credibili.
Anche altri autori ( ad es.Hosseini in Mille splendidi soli, vd. Recensione ) affrontano tematiche simili ma, secondo me, nei romanzi di Sidhwa le possibilità di miglioramento di certe condizioni sono ipotesi lontane, le “sue” donne si salvano solo se si allontanano mentre nell’ultima opera di Hosseini si manifestano speranze che una società dal suo interno possa diventare migliore.
Nonostante questo pessimismo,è un romanzo molto bello, non solo interessante ma anche estremamente coinvolgente.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
clicca qui per inserire il tuo commento.