Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Madrigale senza suono

Autore: Tarabbia Andrea

Editore: Bollati Boringhieri

Argomento: Romanzo storico

Anno: 2019, Pagine: 373


Autore
Andrea Tarabbia, nato a Saronno nel 1978, russista di formazione, è docente di letteratura comparata presso l’Università di Bergamo.


La storia
Il romanzo inizia con il ritrovamento di un manoscritto del Seicento da parte di Igor Stravinskj: il testo è scritto da Gioachino, servitore e amico di Carlo Gesualdo da Venosa, principe e madrigalista che proprio lo stesso Stravinskj fece conoscere come genio della musica del genere.
Lo stesso artista poi commenta con sue osservazioni quanto legge, a volte chiedendosi se il testo è autentico, a volte osservando delle analogie tra la vita di Carlo e la sua.
Il principe Carlo conduce un’esistenza in cui la musica è quasi un’ossessione, come lo è l’amore per la moglie Maria d’Avalos che poi Carlo brutalmente uccide per la sua infedeltà, vivendo poi un senso di colpa che, in alcuni momenti, sembra travolgerlo.
Il narratore, Gioachino, è un nanetto deforme che a volte dal principe è chiamato a suo conforto, altre volte è incaricato dei compiti più turpi, come la prigionia di Ignazio, figlio di Maria e del suo amante, ma la sua vita esiste perché esiste Gesualdo.


Recensione
L’artificio del manoscritto non è nuovo in letteratura ma, nonostante questo, l’autore costruisce una storia interessante, di un uomo e di un musicista geniale ma tormentato, passato alla storia come uxoricida, circondato quindi da una leggenda “nera”.
Nel romanzo sono diversi gli elementi gotici, in particolare legati alla figura di Ignazio, che rendono in più passaggi l’atmosfera molto cupa e inquietante, che sono poi i toni di tutta l’opera , secondo me, decisamente suggestiva.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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