Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Chiudi gli occhi

Autore: Montanari Raul

Editore: Baldini Castoldi

Argomento: Giallo

Anno: 2004, Pagine: 398


Autore
Raul Montanari è nato a Bergamo nel 1959. Autore di diversi romanzi, lavora per il teatro, il cinema e la radio.


La storia
In un piccolo paese sul lago d’Iseo, dove tutti si conoscono e sanno tutto di tutti, la sonnolenta vita quotidiana viene scossa dal ritorno, dopo 13 anni, di Andrea Rivolsi.
Poco più che ventenne, anni prima aveva lasciato il paese in quanto forse coinvolto nello stupro e nell’omicidio di una diciassettenne, Ilaria.
Prosciolto dall’accusa, in realtà, i due fratelli della vittima, Gianni e Loris, stupidi e violenti,lo ritengono colpevole e molti, nel paese, condividono l’opinione.
Il parroco, don Alfio, figura molto ambigua, ha scoltato, in confessione, quello che poi è stato riconosciuto come colpevole del crimine, Claudio, il quale ha fatto anche il nome dei suoi complici ma il giovane è morto suicida e don Alfio, legato al sacramento della confessione, non può parlare.
E’ per il funerale della madre che Andrea è tornato al paese ma anche per regolare i conti con il suo passato: questo non è facile perché odio e rancore nei suoi confronti non sono ancora sopiti e Andrea si trova di fronte al silenzio degli unici che potrebbero rivelare la verità e, quindi, scagionarlo completamente.
Brutalità, violenza, odio, dietro l’apparente gradevole esistenza del paese, attraversano anche le dimensioni private dei vari protagonisti, insieme alla solitudine e alla sofferenza.
Come anticipato da Anna, la veggente del paese, solo attraverso il sangue di cinque vittime la verità sarà finalmente rivelata.


Recensione
Il romanzo, che presenta dei caratteri “noir”, ha una trama avvincente che cattura il lettore con il ritmo serrato della narrazione, legato al susseguirsi rapido ed incalzante degli avvenimenti.
L’universo umano che l’autore presenta è degradato e violento, non esistono valori né sentimenti veri ma quasi tutti i personaggi si muovono mossi solo dal loro egoismo e da istinti brutali.
Con un linguaggio spoglio e disadorno, molto crudo, l’autore indulge su scene di violenza e di sesso, più in modo morboso che per volontà di realismo, che rendono il romanzo consigliabile solo ad un pubblico adulto.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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