
Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: La marcia di Radetzky
Autore: Roth Joseph
Editore: Adelphi
Argomento: Romanzo storico
Anno: 1987, Pagine: 424
Autore
Joseph Roth (Brody, 2 settembre 1894 – Parigi, 27 maggio 1939) è stato uno scrittore e giornalista austriaco. Grande cantore della finis Austriae, della dissoluzione dell'impero austro-ungarico che aveva riunito popoli di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diverse. Lui stesso era nato alla periferia dell'impero, nell'odierna Ucraina.
La storia
Durante la seconda guerra di indipendenza, nella battaglia di Solferino, un sottotenente dell’esercito austriaco, Joseph Trotta, salva l’imperatore Francesco Giuseppe da una pallottola che avrebbe potuto ucciderlo: riconoscente, l’imperatore gli concede un titolo nobiliare.
Questa ascesa sociale non lo rende orgoglioso come dovrebbe e finisce per concludere i suoi giorni scontento e solitario: il figlio Franz von Trotta è un alto funzionario dell’amministrazione provinciale che nel servire Sua Maestà Apostolica trova lo scopo della sua esistenza, fedele al modello dell’eroe di Solferino.
Il figlio di Franz, la terza generazione, Carl Joseph, segue la carriera militare diventando sottotenente: anche per il giovane l’imperatore e l’impero asburgico appaiono come mistici punti di riferimento ma poi vicende personali, delusioni militari, lo destabilizzano e il mito dell’Impero e dell’imperatore perdono di significato.
I problemi di Carl coinvolgono e colmano d’angoscia il padre che, per risolverli, riesce ad ottenere udienza dallo stesso Francesco Giuseppe in cui però Franz ora vede solo un anziano che, canuto e debole, gli assomiglia.
Con l’attentato di Sarajevo scoppia la prima guerra mondiale che potrebbe essere l’evento in grado di restituire compattezza all’impero e motivazione a civili e soldati ma, in realtà è solo l’inizio della fine.
Recensione
Questo romanzo storico è considerato il capolavoro dell’autore che in queste pagine illustra la decadenza di uno dei più potenti Imperi d’Europa.
Infatti non solo viene progressivamente meno la fede nell’istituzione imperiale ma i vari nazionalismi e il lassismo dei militari minano alle radici la potenza asburgica che crolla in seguito alla sconfitta al termine della Grande guerra.
L’opera è certamente molto interessante ma la scrittura spigolosa e la lentezza del ritmo rendono la lettura a volte poco coinvolgente.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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