Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Nessuna cortesia all' uscita

Autore: Carlotto Massimo

Editore: e\o

Argomento: Giallo

Anno: 2000, Pagine: 228


Autore
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956,vive a Cagliari.
Considerato uno dei maggiori esponenti del NOIR mediterraneo, ha pubblicato diversi romanzi, tradotti in vari paesi.
È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti.




La storia
Marco Buratti, detto l’Alligatore, è un investigatore privato “sui generis”: senza licenza di investigatore,è proprietario di un locale vicino Padova, dove si può ascoltare il jazz, la sua musica preferita.
Il suo nuovo cliente è Pierluigi Barison, un malavitoso di medio livello che lo incarica di fare da paciere con il suo capo, Tristano Castelli, che lo vuole eliminare apparentemente senza alcun motivo.
L’Alligatore accetta ma si trova ben presto a fare i conti non solo con la mafia del Brenta ma anche con quella russa e con la spietata criminalità albanese.
Nel corso delle sue indagini, Buratti, che rischia la pelle per il suo coinvolgimento, si fa aiutare da Beniamino Rossigni, contrabbandiere vecchio stampo che, pur con una sua morale, non esita ad uccidere assassini e spregiudicati malviventi.
E’ durante questi avvenimenti che l’Alligatore conosce anche Max, detto “la memoria”, costretto alla clandestinità a causa di una ingiusta condanna.
Anche se attraverso strade non lecite, l’investigatore e i suoi amici riescono ad individuare i progetti di Castelli e della sua banda ma il cammino è segnato da violenza e sangue.


Recensione
In questo romanzo, come negli altri, Carlotto denuncia la corruzione purtroppo in parte diffusa proprio tra coloro che dovrebbero far rispettare la legge e la giustizia.
L’attenzione dell’autore, questa volta, si sofferma sul fenomeno dei criminali pentiti: denunciano i propri complici dopo aver nascosto una fortuna, non sono puniti e possono, così, finito il processo, ricostruire nuove organizzazioni malavitose.
Carlotto denuncia i rapporti, non sempre limpidi, tra magistrati e pentiti, sottolineando il fatto che sono a volte gli stessi magistrati che, in modo più o meno diretto, favoriscono il comportamento prima esposto.
L’autore, pur credendo nel valore della giustizia, non ha evidentemente, anche per le sue esperienze personali, fiducia in coloro che la debbono amministrare.
Ancora, comunque, come gli altri, un bel romanzo, da leggere tutto d’un fiato, tagliente ma accattivante, con protagonisti spregiudicati ma per i quali non si può non provare simpatia.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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