Autore della recensione: Federica Zamponi 5 A Geometri
Titolo: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Autore: Christiane F.
Editore: BUR
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 1989, Pagine: 352
La storia
Il libro è l’autobiografia dell’autrice, Christiane, che vive il dramma della droga. Christiane, all’età di 12 anni, si trasferisce con i suoi genitori a Berlino in un quartiere dormitorio. La famiglia aveva problemi economici, i genitori della ragazza divorziano e la madre si innamora di Klaus (amico dell’ex marito), che comincia a comportarsi da patrigno nei confronti di Christiane e di sua sorella minore. Per Christiane comincia la scuola ed è proprio li che inizia ad ammirare Kessi. Le due diventano amiche, Christiane inizia ad uscire con lei, andavano in un club per ragazzi e qui vede per la prima volta i suoi amici che fumano l’hascisc. Un giorno, come tanti, Kessi e Christiane “marinano” la scuola e Christiane fuma per la prima volta. Dopo poco tempo Christiane prende il suo primo acido.
Ma l’hascisc e l’LSD non “sballano” più nessuno così tutto il gruppo, compresa Christiane inizia a fare uso di pasticche di ogni tipo: efedrina, mandrax, valium, valeron...
Christiane e Kessi hanno però un altro obbiettivo: il Sound. Una discoteca dove si poteva trovare ogni tipo di droga, anche l’eroina. Christiane e Kessi andavano tutti i sabati al Sound finché la madre di Kessi non incontra la figlia sballata alla stazione. Kessi esce dal giro. Christiane va in discoteca sola e incontra Atze, si prende una cotta per lui, stanno insieme tutti i fine settimana ma Atze va al Sound anche durante la settimana e trova una nuova ragazza, Christiane stravolta scoppia in lacrime e per tutta la sera le sta vicina un ragazzo, Detlef. L’amicizia con Detlef diventa sempre più forte. Nel gruppo si parla sempre più spesso di eroina ed uno dopo l’altro tutti provano il primo buco, anche Detlef. Dopo il buco, i due si allontanano. Un evento importante è il concerto di David Bowie a Berlino, la madre di Christiane le regala due ingressi gratis. Christian ci andò con Frank, il primo bucomane del gruppo. Frank è in crisi di astinenza, Christiane rimedia i soldi per l’eroina di Frank e quella sera prova l’ero anche lei ma la sniffa solo. Aveva quasi quattordici anni. Christiane, dopo qualche settimana prova, con Detlef, il primo buco. Con l’estate Christiane è mandata dalla nonna per due mesi. Quando torna, Detlef la va a trovare, è diventato magrissimo e si procurava i soldi prostituendosi alla stazione. In poco tempo Christiane è dipendente fisicamente, così anche lei inizia a prostituirsi. Christiane e Detlef sono oramai arrivati al limite, provano qualche disintossicazione insieme specialmente dopo la notizia della morte di molti dei loro vecchi amici. Comunque ricadono sempre nel buco nero della droga. Christiane prova anche la disintossicazione senza Detlef… Ma la ragazza riuscirà a uscire dal tunnel della droga e ad avere una vita normale?
Recensione
Leggere il libro costringe a vedere la cruda realtà delle droga. La stazione diventa un luogo squallidissimo che rinchiude la maggior parte dei ragazzi berlinesi che devono trovare soldi per drogarsi.
Il libro è molto reale, grazie anche alle testimonianze delle persone a contatto con Christiane e al linguaggio della ragazza.
Consigliato a partire dal triennio.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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Commenti - 3 presenti. Valutazione media: 10,00 / 10
Katherine Rendon (29/09/11)
Questo libro ci mostra la crudele realtà di coloro che fanno uso di droghe, è un mondo nel quale è facile entrare ma difficile uscirne. Io penso che quelle persone che fanno uso di sostanze stupefacenti non siano stati in grado di trovare un senso alla loro vita, ma non riescono a capire che quella non è la soluzione giusta, anzi, tutto ciò li porta in un mondo dove non esiste più la dignità, dove si è anche disposti a prostituirsi, anche per pochi soldi, purché poi trovino il modo di poter comprare ciò che per loro diventa ormai la priorità della loro vita. Mi è piaciuto davvero molto anche per il fatto che non usa mezzi termini per raccontarci la storia.
Valutazione: 10 / 10
Cardinali Giulia (05/08/09)
Leggendo questo libro ho provato tante emozioni, sensazioni:
- tenerezza per la storia d'amore tra Christiane e Detlef;
- orrore per i dettagli che descrivevano le situazioni più brutte nelle quali si ritrovava la protagonista;
- paura per l'indifferenza della gente comune che si accorgeva del degrado in cui vivevano molti ragazzi e non muovevano un dito;
- impotenza perché in vari punti del libro avrei voluto scuotere Christiane e dirle: "Ma che stai facendo?!".
Ci sono altri modi per sognare, per essere felici, per aggrapparsi ad una bustina, ad una bottiglia per affrontare i problemi e per apparire!
Alla fine comunque sono contenta che Christiane sia riuscita a farcela, ad uscire dal brutto buco nel quale era caduta.
Credo infine, che il libro debba essere letto non solo da giovani, ma anche da persone adulte perché ti fa capire come è facile cadere in basso e come è poi difficile la risalita che purtroppo non è sempre benevola per tutti.
Valutazione: 10 / 10
Manuela Barchiesi (27/09/06)
Il libro mi è piaciuto perchè fa capire in modo molto chiaro la situazione di molti giovani. E' piuttosto crudo, però a mio avviso è giusto che sia così perchè rende ancor più l'idea della realtà di quel contesto. Il comportamento della madre di Christiane, sicuramete è sbagliato perchè di fronte a certe cose non si dovrebbero chiedere gli occhi, però è lo stesso comportamento che assumono molti genitori: preferiscono chiudere gli occhi piuttosto che accettare che i loro figli si droghino.
Valutazione: 10 / 10