Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il dolore perfetto
Autore: Riccarelli Ugo
Editore: Mondadori
Argomento: Romanzo storico
Anno: 2004, Pagine: 325
Autore
Nato nel 1954 in provincia di Torino da genitori toscani, Ugo Rccarelli dopo gli studi universitari in Filosofia da molti anni vive a Pisa, dove lavora presso l’ufficio stampa del Comune. Diverse sue opere hanno vinto prestigiosi concorsi letterari in ambito nazionale e internazionale.
La storia
Alla fine dell’800 un giovane, il Maestro, a causa delle sue idee politiche vicine all’anarchismo, è costretto a lasciare la sua città, Sapri, per trasferirsi in un paesino toscano, Colle.
Qui trova alloggio presso la vedova Bartoli, una giovane e piacente donna che aveva perso il marito in un incidente sul lavoro ed era rimasta sola con un bambino di pochi anni.
Tra il giovane, che è il nuovo maestro del paese, e la vedova, nasce un amore semplice e intenso, come lo è la vita al Colle, dove tutto scorre con la lentezza delle acque del Padule.
Da questa unione nascono Ideale, Libertà, Mikhail e Cafiero mentre la Storia e il Progresso entrano con forza nella vita della famiglia e del paese, sconvolgendone l’armonia e i ritmi, modificandone e alterandone persino i legami affettivi.
Sono gli anni difficili e tesi della crisi di fine secolo: il Maestro, temendo l’arresto, è costretto a lasciare il Colle mentre la vedova Bartoli, con segni e parole, coltiva l’amore dei figli verso il padre al punto che, proprio nei figli, ritornano gli stessi ideali, gli stessi gesti, la stessa intensità di sentimenti del Maestro e mentre il paese assiste, inorridito, all’arrivo della prima guerra mondiale, sono i figli del Maestro che tramandano e ricordano quello che era il Colle, nel suo quieto e povero vivere.
Le vicende dei figli del Maestro si legano con quelle della famiglia Bertorelli tramite l’Annina, figlia di un ricco commerciante di maiali.
Insieme al fratello Sole, vive un’infanzia e un’adolescenza nutrita dall’amore, dalle parole e dai sogni della madre e mentre Sole parte per cercare i suoi segni in Oriente che gli dona un’altra vita, Annina trova quest’ultima con Cafiero e tocca a loro due lasciare nei figli intatti l’amore del Maestro per la vedova e la vita del Colle, come era prima, lenta nelle acque del Padule.
Il fascismo e la seconda guerra mondiale sconvolgono poi la vita dei singoli e della collettività, lasciando segni indelebili e dolori non lenibili fino a che l’Annina,ricordando improvvisamente il giorno della sua nascita, si accorge che ora, per lei, il cerchio si chiude.
Recensione
Raffinato, elegante, molto delicato, il romanzo è un affresco storico degli anni travagliati che vanno da fine ‘800 fino, circa, agli anni ’50.
Questo contesto, realistico e a volte crudo nei risvolti più tragici, fa da sfondo ad una vicenda i cui protagonisti sembrano sospesi in un’atmosfera da sogno,quasi magica, coinvolti ma non toccati dagli egoismi comuni agli altri personaggi.
Come Ideale inventa la macchina del moto perpetuo, così l’esistenza, in un percorso circolare, è un fitto intrecciarsi di corrispondenze e nascosti legami all’interno dei quali tutto è già scritto ma tutto da vivere, quello che è nato muore, ma poi ritorna e muore ancora formando sempre un perfetto cerchio ma quando il cerchio si chiude è anche un dolore perfetto.
Presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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