Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Fiori primaverili
Autore: Cardinali Sergio
Editore: L'Autore Libri Firenze
Argomento: Giallo
Anno: 2007, Pagine: 180
Autore
Sergio Cardinali è nato a Jesi dove vive e lavora.
Diplomatosi al Cuppari, si è contemporaneamente dedicato a studi musicali frequentando il Conservatorio. Da molti anni è direttore della conosciuta scuola musicale “G. B. Pergolesi”.
La storia
Nico Silvestri lascia l’isola di Fanete, il piccolo paradiso in cui abita con la moglie e la figlia, per tornare nella sua città natale, Alzena, in seguito al conferimento di un importante incarico.
Infatti, in seguito alla morte del direttore Marco Nardini, la famosa Accademia musicale Gershwin sta attraversando una difficile crisi e proprio a Nico Silvestri viene affidato il delicato e prestigioso compito di sostituire Nardini.
Sono però tragiche le circostanze legate alla morte del direttore: l’uomo, infatti, è stato ucciso e gli inquirenti non riescono ad individuare indizi o tracce che conducano al colpevole,
Ben presto Nico conosce tutto il personale dell’Accademia: il custode, gli altri insegnanti e, soprattutto, Chiara, la sua giovane e sensuale segretaria, la quale non gli nasconde il suo immediato interessamento.
Silvestri è un abile direttore ed attua una serie di iniziative le quali permettono un rilancio dell’Accademia:intanto, mentre il ritorno nella sua città lo spinge alla ricerca del suo passato, collabora alle indagini sulla morte di Nardini fino ad un doppio epilogo veramente inaspettato.
Recensione
Non si può leggere un romanzo così, in fretta, magari mentre si fa la fila presso qualche ufficio, o per riempire la noia di un viaggio in treno. Ogni pagina va assaporata in silenzio, per coglierne il senso e il colore, bisogna lasciarsi trasportare dal ritmo lento della narrazione che a volte è fatta di parole, a volte è fatta di musica, attraverso la quale l’autore trasmette ebbrezze, sentimenti, impressioni…
Il romanzo, così, presenta molteplici sfaccettature: è un romanzo giallo, che si conclude con l’indicazione del colpevole, ma anche romanzo della memoria, del recupero di sé, attraverso l’incontro, sul “fil di ragno”, con i luoghi e i visi cari del passato.
Non mancano poi riflessioni di costume nei confronti di una civiltà massificata e mercificata che non lascia più spazio né ai veri sentimenti né ai valori dell’arte.
Tutti questi volti del romanzo hanno però un comune denominatore: la musica che, con il suo protagonismo manifesta con evidenza come l’autore l’abbia scelta per amore, solo per amore, come compagna di viaggio.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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