Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: I quaderni del pianto

Autore: Serrano Marcela

Editore: Feltrinelli

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2007, Pagine: 128


Autore
M.Serano è nata nel 1951 a Santiago del Cile: è una delle voci più apprezzate della narrativa sudamericana.


La storia
In un paese dell’America Latina, del quale non si hanno indicazioni precise, un giovane donna, protagonista e voce narrante, di cui non sappiamo il nome, affida a dei vecchi e sgualciti quaderni, la storia della sua vita.
Di famiglia contadina, studia fino a conseguire un diploma:si sposa e, felicemente, aspetta la nascita del primo figlio.E’ una bambina ma, pochi giorni dopo la nascita, si ammala e,così le riferiscono le infermiere dell’ospedale, muore.
La madre non può neanche abbracciarla un’ultima volta perché la bambina è stata cremata.
La donna è disperata ma, nello stesso tempo, è convinta che la figlia sia viva e che le sia stata rapita per affidarla ad una ricca famiglia senza figli.
Comincia, allora, a modo suo, a fare indagini e ricerche, conoscendo altre donne con la stessa esperienza, mentre Olivia, avvocato, è disposta a sostenerle.
Nasce così una vera e propria organizzazione che denuncia le adozioni illegali e la vendita degli organi, che si nascondono dietro tante morti di bambini appena nati.
L’organizzazione, ben presto, diventa famosa e contattata da personaggi importanti, anche di altre nazioni.
Durante un incontro a cui partecipano alcune personalità politiche, la protagonista è convinta di riconoscere la propria bambina nella figlia del ministro degli Interni. Il suo tentativo di rapirla porta la donna in un ospedale psichiatrico che, però, non riuscirà a fermarla nel suo desiderio di affermare il proprio diritto ad essere madre.


Recensione
Bellissima e attuale la vicenda narrata, che riguarda una delle tragedie dei paesi poveri del nostro tempo, cioè la violazione dei diritti dell’infanzia: molto umana nelle sue debolezze ma fortemente madre nel suo coraggio, è la figura della protagonista che, senza un nome né una città di provenienza, potrebbe essere una tra le tante madri private, con una tale brutalità, dei figli.
Molto particolare è lo stile utilizzato:l’opera sembra scritta di getto, sulla scia di emozioni fortissime ma, contemporaneamente, la scrittrice gioca con le parole, accostandole in modo così ardito da rendere la prosa, in qualche passo, poetica e, sempre, molto calda e appassionante.
Il libro è disponibile presso la biblioteca di Moie.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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