Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Qualcosa da tenere per sé

Autore: Oggero Margherita

Editore: Mondadori

Argomento: Giallo

Anno: 2007, Pagine: 273


Autore
Margherita Oggero vive e lavora a Torino dove svolge la professione di insegnante.


La storia
Torino, Olimpiadi del 2006: la città è percorsa da un’incredibile frenesia che coinvolge tutti.
L’amministrazione comunale provvede a ristrutturare, ammodernare…per mostrare della città un volto nuovo, adeguato all’importanza dell’evento, gli alberghi sono affollati e le scuole chiuse per dare la possibilità al maggior numero di cittadini di partecipare alla manifestazione.
Renzo e Livietta si sono trasferiti a Bardonecchia, dalla sorella di Renzo, e la prof, Camilla, si può godere quindici giorni di pace e riposo.
Sono giorni adatti per riflettere sul suo rapporto, che si sta sgretolando, corroso dalla quotidiana routine, con Renzo, ma anche per tentare di voltare pagina, lasciandosi coinvolgere più intensamente dai sentimenti provati per il commissario Gaetano che, da giorni, inutilmente, la chiama al telefono.
In realtà si trova impegnata in ben altre questioni: una prostituta, Flora, viene brutalmente seviziata e uccisa e un giovane, detto Quantunque, condannato ad un’esistenza marginale per la sua ingenuità e goffaggine, viene ucciso e abbandonato in una zona di campagna.
Camilla, diventata casualmente amica di Liuba, che è alla ricerca disperata di Quantunque, al quale è legata da fraterno affetto, si trova coinvolta anche all’insaputa di Gaetano e sarà proprio Camilla ad arrivare, più della polizia, vicina alla verità, anche se qualcosa, del mistero, non potrà essere svelato neppure all’amico commissario, perché è qualcosa da tenere per sé.


Recensione
Con questo romanzo, appassionante e di gradevole lettura, l’autrice ci ripropone la figura della prof che si improvvisa investigatrice, con una storia che ha uno sviluppo narrativo, secondo me, migliore rispetto agli altri romanzi.
La realtà quotidiana della protagonista occupa meno spazio e sono maggiormente sottolineati ruoli e ambienti di altri personaggi, che sono più vari e ricchi di spessore, mentre lo stile si fa più morbido e, a mio gusto, più piacevole.
Mi sembra un romanzo, nel complesso, più maturo, e una storia più “a tutto tondo”: anche se l’autrice non rinuncia ai toni ironici di sempre, ci sono passi in cui, invece,si avverte l’amarezza di fronte alle ingiustizie della vita e ai dolori dell’esistenza.

Il romanzo è disponibile presso la biblioteca La Fornace di Moie


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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