
Autore della recensione: valentina
Titolo: La Nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre
Autore: Dacia Maraini
Editore: Rizzoli
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2001, Pagine: 259
Autore
D. Maraini è autrice di numerosi romanzi e testi teatrali, per molti dei quali ha vinto prestigiosi premi. Tra i più famosi “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, da cui è stato tratto il film di Roberto Faenza, “Storia di Piera”, scritto in collaborazione con Piera Degli Esposti, “Bagheria”, “Colomba”, “Dolce per sé”.
La storia
Dal ritrovamento nei cassetti fiorentini del padre dell'autrice, Fosco Maraini,
dei diari della moglie Topazia, redatti tra il '38 e il '41, nasce questo libro perché, come dice la Maraini, gli scrittori sono spesso impudichi. Della loro vita fanno materia di narrazione..”.
Attraverso i brevi appunti del diario e soprattutto dalla ricostruzione dei fatti che ne fa la scrittrice, emerge il forte legame con i genitori: l'ammirazione per il giovane e seducente padre, intrepido e avventuroso, l'amore per la madre sempre presente, attenta e disponibile, il tenero legame con la sorella Yuki. .
Il racconto prende il via dalla partenza per il lungo viaggio a bordo del Conte Verde verso Kobe e
attraverso le annotazioni di quei quaderni, ripercorre l'infanzia di Dacia, la nascita della sorella Yuki, le sue prime parole, i suoi primi passi, le malattie delle bambine, la scuola, la scoperta della cultura e del mondo giapponesi. Ogni breve appunto del diario è per l'autrice un'occasione per divagare, per riflettere, per porsi domande, per ricordare, per raccontare del passato più recente o del presente, per portarci a conoscere altri componenti della famiglia: l'intraprendente nonna Yoi, che ha difeso per tutta la vita la sua libertà, il composto nonno Antonio, severo censore dallo sguardo inquisitore, la “bovarista” nonna Sonia che, costretta a rinunciare ad una carriera di cantante lirica, aveva fatto pagare la sua infelicità e la sua inquietudine alle figlie, trascurandole, il paziente nonno Enrico che si era sostituito alla moglie nell'educazione delle figlie
Il diario termina con l'anno 1941, ma l'autrice, con l'aiuto di sua madre, continua a percorrere, a grandi linee, quei tragici anni della guerra, fino alla reclusione nel campo di concentramento di Nagoya.
A corredo de “La nave per Kobe”, è riprodotta parte dei diari di Topazia, con testi e fotografie.
Recensione
E' un bellissimo libro di memorie, scritto con il piacevolissimo stile di una grande scrittrice, che sa renderci a tutto tondo tanti ritratti di persone a lei care, facendocele quasi vedere e agire concretamente, che sa porci domande per farci riflettere, che sa indurci alla tenerezza ma anche all'ammirazione per questa singolare famiglia, dove non mancavano certo risolutezza e spirito di indipendenza, con un padre sempre in viaggio per i suoi studi etnologici, una madre amorosa ma concorde con il marito nell'impartire alle figlie un'educazione montessoriana, in una casa dove nelle stanze delle bambine non c'erano bambole, ritratti di santi, ma riproduzioni di Matisse, Picasso e sugli scaffali carichi di libri non si trovavano “romanzi rosa o inutili enciclopedie, ma Proust e Dostoevskij, Virginia Woolf, Henry James e Svevo”.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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