Autore della recensione: valentina
Titolo: Oltremare
Autore: Mariangela Sedda
Editore: Il Maestrale
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2004, Pagine: 206
Autore
Mariangela Sedda vive a Cagliari. Laureata in filosofia, ha insegnato per anni nella scuola media superiore. Collabora alle pagine culturali di varie riviste e quotidiani e con la RAI. E' autrice di romanzi, testi teatrali, racconti e saggi.
La storia
E' un romanzo epistolare, composto da 70 lettere che due sorelle, costrette a separarsi, si inviano per 15 anni, dal 1913 al 1928. Grazia ha raggiunto il marito e i fratelli in Argentina, lasciando Antonia con l'anziana madre ad Olai, un piccolo paese della Sardegna.
Grazia, a Buenos Aires, fa la cameriera nella villa di una ricca famiglia italiana, mentre il marito e i fratelli lavorano nella estansia del padrone. Il lavoro è duro, soprattutto per il marito, che raramente torna a casa a godere del calore della famiglia e dei figli che nasceranno. Intanto l'Italia entra in guerra e per Antonia, che guadagna qualcosa ricamando e lavorando al telaio, la situazione si fa più difficile, soprattutto dopo la morte della madre. C'è grande preoccupazione per questa guerra,che giorno dopo giorno fa morire tante persone conosciute, anche emigranti che sono tornati per difendere la patria. Antonia vive un amore contrastato con un prigioniero austriaco, incompresa dalla gente del paese che la ritiene “la puta del nemico”, ma anche dalla sorella lontana, che sembra dare più importanza alle voci che le arrivano dal paese che ai sentimenti di Antonia.
Ma il giovane muore e Antonia cade in una crisi di sconforto dalla quale esce grazie all'aiuto di amiche e vicine. La vita riprende anche se a fatica: gli anni del dopoguerra sono difficili, in paese si contano i caduti, i reduci protestano e vogliono i terreni promessi prima della guerra, il fascismo è alle porte. Antonia continua la sua vita ricamando e prendendosi cura di una vicina malata. “In Italia dicono che siete tutti anarchici e comunisti”: con queste parole, Antonia mette in guardia la sorella dall'esprimersi liberamente, avvisandola che le lettere degli emigranti vengono aperte.
E' l'ultima lettera, datata 4 febbraio 1928.
Recensione
Pur nella finzione letteraria, sembra di leggere le tante, autentiche lettere inviate dai nostri emigranti (vedi di Emilio Franzina “Merica! Merica”) che, numerosi, in quegli anni lasciarono il nostro paese: c'è in esse il disorientamento della partenza, le sofferenze del lungo viaggio, il dolore del distacco, la nostalgia del paese, dei parenti, le difficoltà ad inserirsi in un paese straniero, la solidarietà che nasce nelle piccole comunità di immigrati.
Nella corrispondenza tra Grazia e Antonia le vicende personali, private, si intrecciano alle vicende del paese di Olai, dei suoi abitanti e alla storia collettiva: il dramma dell'emigrazione, la guerra, il dopoguerra, le proteste contadine e operaie, l'avvento del fascismo.
Il tutto è espresso in chiave molto realistica attraverso un linguaggio popolare, un lessico semplice, elementare, con qualche forma dialettale, espressione dell'umile condizione sociale e culturale delle due sorelle.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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