Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Quelli che ci salvarono
Autore: Blum Jenna
Editore: Neri Pozza
Argomento: Romanzo storico
Anno: 2007, Pagine: 512
Autore
J. Blum ha lavorato per la “Shoah Foundation” e proviene da una famiglia tedesca per parte di madre ed ebraica per parte di padre.
Ha pubblicato numerosi racconti sulle maggiori riviste letterarie americane.
Questo è il suo primo romanzo ed ha ottenuto grande successo di pubblico e di critica.
La storia
Weimar 1939-40: è iniziata la seconda guerra mondiale e già da alcuni anni il Reich ha attuato misure prima restrittive poi repressive nei confronti degli ebrei.
Nella fiorente cittadina tedesca, prima sede della Repubblica di Weimar, la giovane Anna, persa la madre, vive con il padre, un uomo prepotente e dispotico che, molto vicino ai vertici del potere, vorrebbe che la figlia sposasse uno degli ufficiali delle SS che egli spesso invita a cena.
Invece, Anna, casualmente conosce poi si innamora di Max, giovane medico ebreo, delicato e gentile.
Per salvarlo da Buchenwald, lo nasconde in casa ma il padre lo scopre e lo fa arrestare.
Anna è angosciata: non sa come aiutare il suo amato, teme anche per la sua incolumità e per quella del bambino che porta in grembo, così fugge da casa e trova rifugio dalla fornaia Mathilde che fornisce il pane agli ufficiali di Buchenwald ma, di nascosto, svolge attività di resistenza.
Nel novembre del 1940 nasce Trudy mentre le difficoltà della guerra si fanno sentire anche per i tedeschi: nel giro di un paio d’anni cominciano a mancare i viveri, anche quelli più necessari, la situazione poi peggiora ancora a causa dei bombardamenti.
Anna, per garantire alla figlia il minimo indispensabile per sopravvivere, diventa l’amante di un ufficiale delle SS, dopo che Mathilde, scoperta, è stata uccisa.
A distanza di molti anni, nel 1997, Trudy, docente universitaria, negli USA dal 1945, conserva ricordi sfumati di quell’uomo in divisa, rude e autoritario, che, per lei, è suo padre, visto che la madre non le ha mai detto la verità.
Ossessionata dai sensi di colpa per essere la figlia di un ufficiale nazista, non riesce ad ottenere spiegazioni dalla madre ma, forse, un’indagine storica condotta per la sua università, può aiutarla a cercare risposte alle sue tante domande.
Recensione
Bellissimo romanzo storico, caratterizzato da una fedele e precisa ricostruzione del periodo,il libro è anche un’intensa storia d’amore, quella tra Anna e Max, che supera le leggi e i limiti imposti da un regime assurdo e crudele.
L’opera presenta anche altri motivi di interesse: si sviluppa, infatti, lungo due linee parallele, da un lato la storia di Anna, d’altro lato la storia di Trudy, adulta, alle prese con la sua coscienza.
Trudy non riesce ad afferrare la vita, ad amare e a gioire intensamente perché gli incubi del suo passato la fanno sentire colpevole e responsabile di quanto accaduto in Germania in quegli anni.
La comunicazione tra Trudy e Anna è praticamente impossibile: Anna vuole dimenticare il passato mentre Trudy ha bisogno di esplorarlo per riordinare la sua coscienza frantumata.
Oltre a quanto detto, di questo romanzo sono tanti altri i pregi tra cui un linguaggio elegante e coinvolgente, a volte crudo, ma sempre in grado di trasmettere l’intensità delle passioni e la profondità delle sofferenze dei protagonisti.
Presente nella biblioteca Fornace di Moie di Maiolati
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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