Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: La Mennulara

Autore: Agnello Hornby Simonetta

Editore: Feltrinelli

Argomento: Letteratura italiana

Anno: 2002, Pagine: 208


Autore
Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo ma dal 1972 vive a Londra dove svolge la professione di avvocato.Ha ricevuto diversi riconoscimenti letterari.


La storia
In un paesino della Sicilia, Roccacolomba, muore, nel settembre del 1963, Maria Rosaria Inzerillo, detta la Mennulara.
Cameriera poi amministratrice della potente e ricca famiglia Alfallipe, viveva in un modesto appartamento di sua proprietà, dove ospitava e serviva come una cameriera Adriana Alfallipe, dopo che, alla morte del marito Orazio, la donna era rimasta vedova e sola, nell’ormai troppo grande palazzo di famiglia.
In pratica solo la Mennulara si occupava della signora Adriana: i suoi tre figli erano sposati e due si erano trasferiti altrove.
Le capacità amministrative della Mennulara avevano, ancor prima della morte di Orazio, salvato economicamente la famiglia visto che lo stesso Orazio, gaudente libertino, si occupava poco e male delle proprietà di famiglia.
Ora che la Mennulara è morta, i tre giovani Alfallipe, avidi, egoisti ed incapaci, si aspettano disposizioni testamentarie che permettano loro di godere i frutti dell’oculata amministrazione della donna ma le indicazioni lasciate dalla ex cameriera sono, per i tre, ciechi nella loro avidità, addirittura offensive o senza senso, mentre la presenza di un potente boss della mafia spinge la famiglia Alfallipe e tutto il paese alle più assurde congetture anche se, pur in mezzo ai pettegolezzi più sciocchi o più malevoli, ci sono le voci di alcuni personaggi in grado di capire e valutare con criterio e serenità.


Recensione
Questo romanzo, dal ritmo piuttosto lento, si presenta caratterizzato dalla coralità: è infatti attraverso una fitta rete di voci popolari che vengono ricostruite la vita e la personalità della donna, la Mennulara.
Voci di lode e di biasimo, toni di affetto e insulti, atteggiamenti di ammirazione e di disprezzo…permettono all’autrice, con grande finezza, di creare un personaggio attraverso la cui storia è possibile anche ricostruire un contesto storico e sociale.
Infatti vengono presentate le condizioni della Sicilia subito dopo la guerra fino agli anni ’60: la miseria di tante famiglie di braccianti, l’incapacità e la debolezza dei discendenti delle potenti famiglie del luogo, presentati come individui legati a vecchi schemi e superati privilegi, l’emergere di un nuovo ceto sociale che, di umile origine, è però dotato di capacità e lungimiranza economica; su tutto e su tutti la “longa manus” della mafia, rappresentata, nel romanzo, dall’anziano boss Vincenzo Ancona, personaggio determinante per la conclusione della vicenda, con un suo preciso codice d’onore.
È sicuramente un bel libro da leggere, anche grazie ad una scrittura che, oltre a soffermarsi sulle descrizioni di luoghi e ambienti, sembra essere capace di svelare le pieghe più segrete dell’animo.

Presente nella Biblioteca La Fornace di Moie


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


clicca qui per inserire il tuo commento.