Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: La Strada
Autore: McCarthy Cormac
Editore: Einaudi
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2007, Pagine: 218
Autore
C. McCarthy è nato nel Rhode Island nel 1933, è cresciuto in Tennessee dove ha frequentato l’università.
Attualmente vive a El Paso, in Texas. Autore di diversi romanzi di successo, con “La strada” ha vinto il premio Pulitzer 2007.
La storia
Un uomo e un bambino, padre e figlio, attraversano il mondo dopo la fine del mondo.
Case distrutte, alberi ridotti a scheletri neri, pianure devastate come dopo un terribile incendio: distruzione ovunque e i pochi esseri umani rimasti vivi, come fantasmi, si trascinano tra i relitti di un’altra vita per cercare acqua, cibo, coperte per sopravvivere.
L’uomo e il bambino, in questa allucinante dimensione, camminano per raggiungere un ipotetico Sud, forse più caldo e vivibile, ma lungo la strada sono tanti i pericoli e tante le difficoltà.
Prima di tutto c’è la fatica quotidiana del camminare tra macerie di case e di persone, con la pioggia, la neve, il freddo…, poi quella di reperire quel tanto di nutrimento che li possa sostenere, infine sono pericolosi gli incontri con altri esseri umani.
La situazione apocalittica ha reso gli uomini ferocemente nemici tra loro, la necessità della sopravvivenza li ha fatti regredire ad una condizione ferina, sono pronti anche a nutrirsi gli uni degli altri.
L’uomo e il bambino sono diversi perché hanno conservato la loro dignità e la loro umanità e sperano di trovare altri buoni per continuare la strada in modo che, dalla fine del mondo, sia un mondo migliore quello che nascerà.
Recensione
Profezia apocalittica sulla fine del mondo, la storia narrata da McCarthy si presenta immersa in una dimensione onirica che richiama toni e moduli stilistici sia impressionistici che espressionistici.
Dell’ impressionismo l’ autore riprende l’ uso di rapide pennellate per descrivere un paesaggio, dell’ espressionismo i colori forti, violenti e cupi attraverso i quali si manifestano i sentimenti di angoscia dei due protagonisti.
Le loro vicende si svolgono lungo la strada, spazio privilegiato per incontri ed esperienze che , però, nel loro caso, non permettono un cammino di crescita ma rendono sempre più forte la consapevolezza della catastrofe totale.
Infatti, lungo la strada, il bambino prende atto della malvagità dei suoi simili ( assiste anche a scene di cannibalismo) eppure da essa non è intaccato e conserva i suoi slanci generosi che nascono non tanto dal suo essere bambino quanto dal suo essere buono, nel senso che in lui vivono quei valori positivi che dovrebbero essere di ogni essere umano.
Questa bontà, intesa quindi come Umanità, costituisce la forza e la speranza per il padre che, stanco e malato, è per il bambino che cerca di sopravvivere perché sa che il figlio, nuovo Prometeo, ha con sé quel fuoco che permetterà la rinascita del mondo.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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