Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: L' ottava vibrazione
Autore: Lucarelli Carlo
Editore: Einaudi
Argomento: Romanzo storico
Anno: 2008, Pagine: 450
Autore
E’ nato a Parma nel 1960: autore di romanzi di successo, è considerato uno dei migliori autori del noir italiano.
La storia
Le vicende si svolgono a Massaua ( Colonia Eritrea ) e dintorni nel 1896, l’anno, cioè, della tragica disfatta di Adua.
Nella sede coloniale di Massaua si intrecciano le vicende dei protagonisti: Vittorio, commesso coloniale, si innamora di Cristina, moglie di Leo, esponente in vista nella colonia.
Tramite Vittorio, Cristina intende disfarsi del marito e riesce quasi a convincerlo, avvolgendolo con la sua sensuale seduzione; intanto Ahmed, il segretario fidato di Vittorio, sta tramando con i nemici degli italiani, non solo per la libertà ma anche per un amore torbido nei confronti di un giovane nazionalista, Gabrè.
Il caporale Branciamore, invece,ha trovato l’amore a Massaua: si chiama Sabà e da lei, al momento di partire per la battaglia di Adua, aspetta un figlio.
Queste passioni sono ardenti come il clima torrido e rovente della città: in certi momenti del giorno il caldo è insopportabile, afoso, non c’è aria e non c’è refrigerio in alcun modo.
In questo contesto soffocante fa la sua comparsa un altro personaggio: il carabiniere Serra, giunto in Colonia sulle tracce di un feroce assassino di bambini che crede di aver individuato in un graduato, presentato in scene di turpe follia.
Per vari motivi, le vicende dei vari personaggi si sciolgono con la tragica disfatta di Adua, che ha significato la morte per migliaia di soldati italiani, senza però arrestare, se non per alcuni anni, l’espansione coloniale italiana.
Recensione
E’ un romanzo molto particolare perché agli elementi del noir si uniscono quelli del romanzo storico: ne risulta, così, una trama particolare e un’attenzione tanto agli aspetti più torbidi e oscuri dell’animo umano (l’ottava vibrazione dell’arcobaleno è il nero) quanto alle dinamiche e ai rapporti che si stabiliscono all’interno dell’esercito.
L’autore delinea della figure molto caratteristiche ma significative dal punto di vista storico: c’è il soldato anarchico che rifiuta la guerra, c’è il soldato che, vissuto sempre in campagna, non si rende conto di quello che sta facendo, c’è il graduato pronto a maltrattare il subalterno… tutti provengono dalle diverse regioni d’Italia, alle cui inflessioni linguistiche l’autore è molto attento.
Infatti, dal punto di vista linguistico, il romanzo, oltre a presentare una bella scrittura, è caratterizzato da una particolare attenzione alle diverse lingue e ai diversi dialetti sia degli italiani sia degli abissini.
Si può definire una storia a più voci, di passione e di odio, di amore e di guerra, di lucidità e di follia, sullo sfondo di una natura arida e ardente.
NOTA: presente alla biblioteca La Fornace di Moie.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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