Autore della recensione: Sanna Debora
Titolo: Le sagrestie di Cosa Nostra
Autore: Vincenzo Ceruso
Editore: Newton Compton
Argomento: Attualità e politica
Anno: 2007, Pagine: 270
Autore
Vincenzo Ceruso è nato a Palermo, dove vive e lavora. Ha una laurea in filosofia, già ricercatore presso il Centro studi Pedro Arrupe, partecipa tuttora al volontariato cittadino. Da diciassette anni aiuta i minori dei quartieri più difficili di Palermo, a non entrar a far parte della mafia e a relazionarsi con se stessi e con gli altri. E’ un analista della criminalità mafiosa, negli ultimi anni si è occupato delle connessioni tra mafia e religione. Collabora con alcune riviste quali «Narcomafie», «Aggiornamenti sociali» e «Popoli».
La storia
Il libro parla di vicende legate alle associazioni mafiose, ai preti e agli ecclesiastici.
Si racconta di ecclesiastici infedeli associati a degli assassini devoti, di boss mafiosi che prima di ordinare un esecuzione citano il vangelo…Ma si parla anche di preti come Don Puglisi che per la loro fedeltà al Vangelo e per la lotta per liberare la Sicilia dalla mafia preferiscono perdere la loro vita.
Vi sono narrate anche le vicende del conosciuto giudice Giovanni Falcone…egli diceva che «entrare a far parte della mafia equivaleva convertirsi ad una religione» ed è per questo che introdursi nelle Sagrestie di Cosa nostra equivale a conoscere quelli che sono i suoi “dogmi” e i riti di questa setta violenta e spietata. Perciò la religione di un mafioso è Cosa Nostra, il suo dio è il capofamiglia.
Per il mafioso i principali sacramenti non fanno parte di un cammino di fede ma entrano in un sistema di alleanze e di giochi di potere che hanno lo scopo esclusivo di favorire i loro interessi.
Così le vie delle sagrestie si intrecciano a quelle dell’eroina e la religione diventa uno strumento di morte e di predominio criminale...
Recensione
Il libro si presenta come un reportage..è una ricostruzione di storie problematiche che ripercorrono gli ultimi decenni di storia della mafia.
Nel suo libro Ceruso non fa a meno di presentarci alcuni importanti esempi quali Don Masino (il boss dei due mondi - un pentito-), Don Puglisi (cui Ceruso dedica gran parte della sua opera), Primo Mazzolari, Giovanni Falcone e tanti altri.
A parer mio lo scrittore ha utilizzato una scrittura particolare…sembra di leggere un giallo.
Egli affronta dei temi in cui vi sono non solo accordi accertati, tra sacerdoti e capi mafiosi, ma anche quelli che non lo sono stati.
La mafia è differente da qualunque forma di criminalità organizzata a causa delle relazioni che intercorrono con il sistema sociale, economico e politico in cui opera. La mafia ormai fa parte della società, e si è sviluppata maggiormente là dove lo stato ha fatto “le valigie” ormai da tempo..
I mafiosi fanno gli imprenditori, gli operai, i medici, i politici, agli occhi della gente del posto sono “uomini d’onore”anche per la loro devozione alla fede... questo non significa che siano tutti(i mafiosi) dei praticanti come molti credono…
Tommaso Buscetta (successivamente chiamato don Masino), detto il boss dei due mondi, non andava mai a messa. Bernardo Provenzano, l'ultimo dei capi di Cosa nostra, aveva cinque bibbie e un confessore personale…di cui non si è saputo mai il nome…
Vincenzo Ceruso ha trattato una realtà piuttosto cruenta del nostro paese…stabilitasi persino in America…è un libro da leggere…dobbiamo essere consapevoli dei fatti realmente accaduti e del problema esistente da tanti, troppi anni ormai..che via via si sta ingrandendo sempre più.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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