Autore della recensione: Pelomoro Andrea
Titolo: Fontamara
Autore: Silone Ignazio
Editore: Arnoldo Mondadori Scuola
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2000, Pagine: 236
Autore
Ignazio Silone, pseudonimo di SecondoTranquilli, nasce il 1° maggio 1900 a Pescina dei Marsi. Egli Può annoverarsi tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo. Il suo romanzo più celebre, Fontamara, emblematico per la denuncia di oppressione e ingiustizia sociale della condizione di povertà, è stato tradotto in innumerevoli lingue. Per molti anni esule antifascista all'estero, ha partecipato attivamente ed in varie fasi alla vita politica italiana, animando la vita culturale del paese nel dopoguerra; come scrittore è stato spesso osteggiato dalla critica italiana e solo tardivamente riabilitato, mentre all'estero è stato sempre particolarmente apprezzato.
La storia
Questo libro racconta le vicende della popolazione di Fontamara, un piccolo e povero paese della Marsica. Una mattina del giugno del 1929 al paese non arriva più l’elettricità. Sperando di rimediare a questa “fatalità” ogni contadino firma una misteriosa “carta bianca” che, con il passare delle pagine, si scoprirà l’autorizzazione a togliere l’acqua per l’irrigazione portandola ad irrigare i possedimenti dell’Impresario, un “galantuomo” che divenne sindaco del capoluogo. Capito l’inganno i fontamaresi si recano a casa dell’Impresario, dove tentano di convincerlo a ridare loro l’acqua. Essi però ottengono solo altri inganni e soprusi . Allora uno di loro, Berardo Viola, decide di reagire. Durante uno dei suoi tanti spostamenti incontra un partigiano che lo mette al corrente dell’avvento del fascismo e di molti altri cambiamenti avvenuti in Italia e sconosciuti da tutti i fontamaresi. Successivamente i due vengono arrestati e il contadino sviluppa una notevole maturazione politica che lo porta ad autoaccusarsi di essere il “Solito Sconosciuto”, ossia un sostenitore attivo della resistenza. Dopo questa falsa testimonianza egli viene torturato perché riveli i nomi dei suoi complici fino all’atroce morte. Venuti a conoscenza del fatto i fontamaresi fondano il “Che fare?”, un giornale in cui scrivono degli ingiusti soprusi subiti e della ingiusta morte del loro compaesano. Il romanzo si conclude con il regime che decide di punire tutti i fontamaresi mandando una squadra della Milizia la quale fa strage degli abitanti. Per fortuna però non tutti morirono, ma qualcuno (tra i quali anche i vari narratori) trovò la salvezza nella fuga verso la montagna.
Recensione
Fontamara e' un libro ricco di emozioni ed e' uno dei pochi racconti in cui la realta' e' inalterata e sincera, poiche' i protagonisti del romanzo sono i cafoni, gente povera, principalmente dedita all'agricoltura. Il significato complessivo del romanzo si può riassumere nella graduale presa di coscienza da parte del popolo dei propri diritti civili e politici, grazie anche al sacrificio di un singolo individuo (Berardo Viola) per il bene della comunità. La ribellione dei fontamaresi ai soprusi e alla violenza subita avviene infatti nella consapevolezza che essi, da contadini sprovveduti e ignoranti, hanno acquisito chiara coscienza di sé, come uomini e come cittadini aventi diritti inalienabili. Nonostante ciò la fine del romanzo è molto tragica poiché segnata prima dalla morte di Berardo e poi da quella dei fontamaresi.
La trama del libro non e' molto semplice, ma l’ autore fa in modo che siano tre protagonisti della vicenda (madre, padre e figlio) a raccontare in prima persona tutti gli avvenimenti. A questo proposito egli utilizza un linguaggio semplice ed elementare, come può essere appunto quello popolare.
Presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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