Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: La finestra rotta
Autore: Deaver Jeffery
Editore: Rizzoli
Argomento: Giallo
Anno: 2008, Pagine: 563
Autore
Jeffery Deaver, ex avvocato, vive tra la California e la Virginia. Più volte finalista all’Edgar Award, vincitore di tre Ellery Queen Reader’s Award, definito da The Times “il più grande autore di thriller dei giorni nostri”, ha conosciuto il successo internazionale con Il collezionista di ossa, la prima indagine di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs – da cui è stato tratto il film omonimo -, seguita poi da Lo scheletro che balla, La sedia vuota, La scimmia di pietra, L’uomo scomparso e La dodicesima carta. È autore anche di Pietà per gli insonni, Il silenzio dei rapiti, La lacrima dei diavolo, Profondo blu, Sotto terra, della raccolta di racconti Spirali e del thriller storico Il giardino delle belve (Ian Fleming Steel Dagger Award 2004). Ha inoltre curato Suspense, antologia dei migliori autori di thriller di tutti i tempi. Tutti i suoi libri sono bestseller mondiali pubblicati in Italia da Sonzogno.
La storia
A New York, da alcuni mesi, si verificano efferati omicidi, probabilmente opera di un serial killer che semina indizi e prove a casa e in auto di innocenti, i quali diventano così i capri espiatori dell’assassino.
Infatti Arthur Ryhme, cugino di Lincoln, il detective tetraplegico protagonista di altri romanzi, viene accusato dell’omicidio di una giovane donna sulla base di prove così certe da sembrare costruite a bella posta da qualcuno.
E’ per difendere Arthur che Lincoln decide di indagare sul caso,con l’aiuto della detective Amelia Sachs.
Le indagini portano i protagonisti a fare i conti con una struttura, la SSD, che raccoglie dati sui cittadini e, tramite schede di cellulari, telepass, collegamenti internet, carte di credito…può conoscere gusti, abitudini, spostamenti, amicizie, acquisti..di ogni persona.
Evidentemente l’assassino ha utilizzato questi dati per contattare le sue vittime e incolpare altri degli omicidi ma l’accesso ai files, in teoria da utilizzare per scopi leciti, dalle indagini di mercato alla difesa del Paese da eventuali terroristi, è ben tutelato, eppure l’assassino è riuscito ad impadronirsene al punto tale da rubare l’identità ad altri individui.
Naturalmente, dopo vari colpi di scena, solo nelle ultime pagine Lincoln arriverà all’identificazione del colpevole.
Recensione
Veramente un bel giallo che, mentre coinvolge il lettore grazie alla suspence che abilmente l’autore riesce a suscitare, spinge a riflettere sul fatto che, mentre da un lato oggi si difende la privacy, contemporaneamente la vita privata di ciascuno di noi può essere monitorata proprio grazie all’utilizzo di tutta una serie di tessere magnetiche che permettono, in effetti, il controllo di quasi tutto quello che facciamo.
La stessa vicenda narrata lascia supporre che queste conoscenze non è detto che poi siano utilizzate per scopi leciti.
Anche in questo romanzo, come negli altri, il linguaggio è semplice e scorrevole, sebbene, in alcune parti, la mancanza di conoscenze informatiche possa creare qualche difficoltà.
Protagonista assoluto è, come sempre, Lincoln Ryhme, una figura, secondo me, creata magistralmente, di grande forza e, nonostante le apparenze, di grande umanità.
Questo libro è disponibile alla biblioteca "La Fornace" di Moie.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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