Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Empietà

Autore: Durrani Tehmina

Editore: Neri Pozza

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2000, Pagine: 242


Autore
T.Durrani vive a Lahore, nel Pakistan. Autrice di un’autobiografia di successo, questo è il suo primo romanzo.


La storia
Heer è una giovane pakistana: orfana di padre, proviene da una famiglia di modeste condizioni economiche.
La sua bellezza, tuttavia, colpisce il Pir Sain (Santo Maestro) del ricco santuario di una città non molto lontana, presso il quale la madre si era recata.
Il maestro, sebbene abbia più del doppio degli anni di Heer, la chiede in moglie e la madre accetta, ipotizzando ricchezza e potere per la figlia e, di riflesso, per lei e gli altri figli.
La cerimonia nuziale è sontuosa: alla giovane sposa vengono donati gioielli e ricche vesti a profusione ma, fin dal primo giorno, la vita matrimoniale si rivela un inferno.
Costretta alla semi-clausura, Heer viene picchiata e maltrattata per la minima presunta o reale mancanza, mentre un’inquietante figura di domestica controlla ogni sua mossa. Intanto il Pir Sain gestisce il santuario dove affluiscono molti fedeli che lo considerano, per la sua fede, intermediario di Allah. Heer, tenuta lontana dai suoi figli, si accorge, però, delle attenzioni del Pir Sain verso le figlie bambine: lo distrae offrendogli altre fanciulle al posto delle figlie, diventando, così, sua complice, in una spirale di perversione che potrebbe avere fine solo con la morte.


Recensione
Nella prefazione, l’autrice precisa che il romanzo si ispira ad una storia vera: in effetti sono ormai note a tutti le condizioni umilianti in cui vivono le donne in certi paesi islamici.
Tuttavia, romanzando la storia, l’autrice, secondo me, ha volutamente sottolineato violenza e perversioni, al punto tale che queste, a volte, infastidiscono il lettore.
In teoria, attraverso questo libro, si vuol denunciare tutti coloro i quali, nel nome di Allah, finiscono poi per distorcerne il messaggio, piegandolo alla propria malvagità ma, a parer mio, il pubblico, anziché distinguere, tende a valutare in negativo tutto l’islamismo, assumendo, di conseguenza, atteggiamenti poco disponibili al dialogo.
Di romanzi che trattano la difficile condizione della donna sono piene le librerie europee: forse gli autori dovrebbero, in qualche modo, riempire anche quelle dei paesi in questione, suscitando, non saprei come, una reazione molto più decisa da parte delle donne, che ancora sopportano velo e burka ( che poi, tra tutto, sarebbe il meno).

Disponibile alla biblioteca "La Fornace" di Moie.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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