Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Una comunità perduta
Autore: Lessing Doris
Editore: Fanucci
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2008, Pagine: 236
Autore
Doris Lessing è nata in Iran nel 1919, ha vissuto fino a trent’anni nella Rhodesia meridionale e nel 1949 si è definitivamente trasferita in Inghilterra.
Nella sua lunga carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti e nel 2007 ha vinto il premio Nobel per la letteratura.
La storia
In un’epoca molto remota, agli albori della storia dell’umanità, esistono solo donne: vivono in una spiaggia, sovrastata da ampie caverne e, in perfetta fusione con l’elemento marino, sono in grado di procreare senza essere fecondate dall’uomo.
La vita della comunità è però scossa dalla nascita di esseri definiti mostruosi per la presenza di un insolito apparato genitale.
Questi esseri vengono mutilati o uccisi a causa della loro deformità, ma molti si salvano grazie ad alcune aquile che ghermiscono i neonati strappandoli alle donne, per condurli in una vallata , al di là di una scoscesa rupe.
Così, anche in questo altro luogo, si forma una comunità, ovviamente di soli uomini, che diventa più numerosa grazie alle aquile.
Alcune donne, forse più curiose o forse spinte da un innato impulso, hanno il coraggio di valicare la rupe e di fare conoscenza con questo strano gruppo di esseri umani.
A queste donne se ne aggiungono altre, così i nostri antenati scoprono la duplicità dei sessi, l’accoppiamento, la procreazione, oltre a sentimenti, vissuti in modo inconsapevole e istintivo, come l’amore coniugale e filiale.
Le memorie dei loro incontri si sono tramandate nel tempo, prima oralmente, poi in forma scritta: è un anziano senatore romano che si assume il compito di decifrare questi codici antichi per riportare alla luce le origini dell’umanità.
Recensione
Il romanzo presenta una trama e un’ambientazione piuttosto originali; tuttavia, anche se molto lontani nel tempo, attraverso le vicende e i personaggi, si allude a problematiche e ad aspetti del rapporto tra i due sessie dei legami con la prole, di forte attualità.
Nello stesso tempo, di tali aspetti e problematiche, si presentano origini e cause, in modo certamente fantasioso ma che non può non avere un fondo di verità.
La scrittura della grande autrice è, come sempre, elegantissima e densa ma, secondo me, la lettura del romanzo risulta un po’ noiosa, nell’attesa, deludente, di qualcosa che possa intensamente coinvolgere chi legge.
Disponibile alla biblioteca "La Fornace" di Moie.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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