Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Perdas de Fogu
Autore: Carlotto Massimo
Editore: e\o
Argomento: Giallo
Anno: 2008, Pagine: 157
Autore
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956,vive a Cagliari.
Considerato uno dei maggiori esponenti del NOIR mediterraneo, ha pubblicato diversi romanzi, tradotti in vari paesi.
È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti.
La storia
Perdas de Fogu è il nome di una zona, in Sardegna, in cui si trova un poligono utilizzato per esperimenti e verifiche di strumenti bellici.
I vertici militari, in combutta con politici poco onesti, assicurano la popolazione che non ci sono pericoli né per la natura né per gli umani ma Nina, una giovane veterinaria, svolge ricerche che confermano i pericolosi effetti dell’inquinamento bellico.
Per fermarla, viene messo sulle sue tracce Pierre Nazzari, un disertore che aveva partecipato ad una missione in Afghanistan.
Dopo alcune tragiche vicende, Nina scopre i piani di Pierre ma anche quando i due uniranno le loro forze, potranno poco contro le potenti collusioni tra politici e generali, che si servono anche della malavita locale.
Recensione
Questo ultimo romanzo di Carlotto è stato scritto in collaborazione con un gruppo di scrittori che si firma Mama Sabot: sono giovani sardi che hanno collaborato con l’autore svolgendo le ricerche necessarie per affrontare l’argomento.
E’ quindi un romanzo-inchiesta, quest’ultima opera dell’autore su una questione molto delicata: l’effetto dell’uranio impoverito sugli esseri viventi.
E’ anche una questione difficilmente risolvibile perché non è di certo interesse né di politici né di militari divulgare notizie e informazioni.
Come negli altri romanzi, anche in questo l’autore mette in luce la corruzione profonda che caratterizza le stesse forze dell’ordine: tale aspetto, insieme alla crudezza di certe vicende e alla conclusione non risolta, riporta l’opera al noir di cui Carlotto è una delle migliori voci.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
clicca qui per inserire il tuo commento.