Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: A un cerbiatto somiglia il mio amore
Autore: Grossman David
Editore: Mondadori
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2008, Pagine: 780
Autore
D. Grossman è nato a Gerusalemme nel 1954, dove tuttora vive.
E’ noto in tutto il mondo per i suoi romanzi, editi dalla Mondadori, ed è autore anche di importanti saggi sulla questione mediorientale.
La storia
Israele: guerra dei Sei Giorni.
La sedicenne Orah conosce, mentre è ricoverata nel reparto isolamento di un ospedale di Gerusalemme, due suoi coetanei, Avram e Ilan.
Dopo parecchi anni, Orah divorzia da Ilan, dal quale ha avuto due figli, Adam e Ofer.
Quest’ultimo, al quale la madre è particolarmente legata, anche perché, si scopre poi, in realtà figlio di Avram, si offre volontario per una missione militare.
Orah è angosciata, teme fortemente per l’incolumità del figlio così, subito dopo la sua partenza, decide di lasciare la sua casa, dove potrebbe, nei giorni seguenti, arrivare un funzionario ad annunciarle la morte del figlio, e parte per un viaggio, a piedi, attraverso la Galilea.
Coinvolge in questo viaggio anche Avram, che non ha mai voluto sapere nulla del figlio.
Orah è convinta che, se per la durata della missione del figlio, lei non è in casa, nessuna brutta notizia può esserle trasmessa, se poi lei e Avram parlano di Ofer, a distanza, con il loro amore, possono difenderlo e proteggerlo.
Durante il cammino, Orah e Avram ripercorrono la loro vita, raccontandosi tutto quello che ciascuno ignora dell’altro, sempre, però, è Ofer al centro dei loro pensieri.
Avram riscopre, così, la sua paternità, in passato rifiutata in seguito all’esperienza terribile della prigionia egiziana: torture e sevizie subite lo avevano portato al rifiuto di tutto quello che poteva legarlo alla vita.
Negli anni successivi la sua esistenza si era degradata ma poi, durante il viaggio con Orah, la presenza della donna da lui sempre amata, lo risveglia alla vita.
Recensione
L’autore, durante la stesura di questo romanzo, ha vissuto la dolorosa esperienza di perdere il figlio minore, Uri, rimasto ucciso il 12 agosto 2006, nelle ultime ore della seconda guerra del Libano.
E’ quindi facile intuire il coinvolgimento emotivo dell’autore nella vicenda narrata che, con grande delicatezza, propone le pieghe più nascoste dei sentimenti, delle paure, delle gioie, che due genitori vivono durante la crescita dei propri figli.
Se gli stati d’animo dei protagonisti sono universali, il clima di paese eternamente sotto assedio e in stato di guerra è tipico della realtà d’Israele.
Sono infatti frequenti, nel testo, riferimenti a vicende militari, alla convivenza, non sempre facile, con arabi israeliani, al continuo e quotidiano clima di incertezza che si respira in quel Paese.
Il ritmo della narrazione è pacato e lento, quella lentezza che, però, è frutto di profondità e spessore di sentimenti, espressi con un linguaggio elegante, raffinato, quasi sospeso nel tempo, come lo sono le confidenze di Orah e Avram.
BIBLIOTECA D’ ISTITUTO
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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Commenti - 1 presenti. Valutazione media: 8,00 / 10
Lucia Caporalini (28/02/13)
Storia emozionante e toccante di una donna di mezz'età che racconta al suo amore mancato la storia della sua famiglia e dei suoi adorati figli. Sospesa nella storia c'è la vicenda di Ofer, in guerra, in lotta fra la vita e la morte. Fino all'ultima pagina non conosceremo il suo destino. Romanzo lungo ma non noioso, dolce e non violento.
Valutazione: 8 / 10