Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Comallamore
Autore: Riccarelli Ugo
Editore: Mondadori
Argomento: Letteratura italiana
Anno: 2009, Pagine: 186
Autore
Nato nel 1954 in provincia di Torino da genitori toscani, Ugo Rccarelli dopo gli studi universitari in Filosofia da molti anni vive a Pisa, dove lavora presso l’ufficio stampa del Comune. Diverse sue opere hanno vinto prestigiosi concorsi letterari in ambito nazionale e internazionale.
La storia
Al centro di un paesino, in una zona non precisata dell’Italia del centro-nord, sorge un manicomio che confina con la casa di Beniamino che, fin da piccolo, aveva osservato, tra timore e desiderio, quell’umanità dolorante che, a volte, mangiava i petali delle rose.
In seguito all’improvvisa morte del padre e nell’impossibilità di completare gli studi di medicina, Beniamino entra nel manicomio per cercare lavoro e contribuire, così, al reddito familiare.
Assunto, svolge mansioni di assistenza nei confronti dei malati ma la sua particolare sensibilità gli consente di entrare nel viluppo delle loro angosce e delle loro paure, così, a differenza del resto del personale, riesce a calmare Fosco, l’albatros, quando il buio lo avvolge, e ad ascoltare il professore, quando recita Omero.
Le vicende della seconda guerra mondiale costringono medici e malati ad abbandonare il manicomio: Beniamino, con altri del personale, si trasferisce, insieme ad un gruppo di malati, in un casolare in collina.
Negli spazi verdi i matti liberano le loro angosce senza perdersi nel buco nero che hanno dentro di sé: anche Beniamino esplora le sue paure per fronteggiarle e rinnovarsi, assumendo, poi, per necessità, la guida dell’insolita famiglia.
La brutalità della guerra sconvolge anche la piccola comunità di Beniamino con quella follia che, autentica, non si nutre di petali di rose, non vola ad ali spiegate come Fosco, ma sparge violenza e sangue.
Recensione
Le vicende si ambientano durante il periodo della Liberazione: anche se il contesto storico rimane in sottofondo, a questo, con analogie e contrapposizioni, rimandano le vicende private.
Alla follia dolorosa e innocente di Fosco, della Renatina, del professore… spesso conseguenza della cattiveria altrui su animi troppo sensibili,si contrappone la follia, presentata come quella reale, di chi uccide, anche deboli e indifesi; la Liberazione dal nazi-fascismo è allegoria, secondo me, della liberazione da pregiudizi ed egoismi per arrivare ad una convivenza umana dove anche chi è risucchiato dalle sue paure trovi spazio e giusto rispetto.
Con una prosa che, spesso, è poesia di colori, suoni, stati d’animo, l’autore affronta, con molta delicatezza, temi di sofferenza e dolore con una profonda partecipazione di fronte alla “pena di vivere così”.
Disponibile alla biblioteca "La Fornace" di Moie.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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