Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Marina
Autore: Zafon Carlos Ruiz
Editore: Mondadori
Argomento: Orrore
Anno: 2009, Pagine: 308
Autore
Carlos Ruiz Zafon ha cominciato la sua carriera nel 1993 con una serie di libri per bambini. Nel 2001 ha pubblicato “L’ombra del vento” con cui ha ottenuto grande successo.
La storia
Il protagonista narratore, Oscar, racconta, a distanza di 15 anni, fatti in cui è stato coinvolto, all’epoca giovanissimo, alla fine degli anni ’70.
Barcellona, in quel periodo, si stava riprendendo lentamente dopo il periodo del franchismo ma tracce del passato rimanevano soprattutto attraverso vecchie e imponenti ville, molte disabitate e cadenti, fatiscenti ricordi di antichi splendori.
Curiosando in una di queste, il giovane Oscar, allontanandosi dal collegio presso il quale studia, conosce Marina, sua coetanea, che vive solo con il padre, German, dopo la morte della madre.
German è stato un pittore famoso, ma incapace di dipingere dopo la scomparsa dell’amata moglie.
Marina e German sembrano vivere un’esistenza fuori dal tempo, fiabesca e triste insieme, ed è fuori dal tempo anche l’incredibile vicenda in cui Marina e Oscar si trovano ad essere coinvolti, una tragedia di amore e morte, che ha come protagonista una figura quasi dottor Jekil-mister Hyde e che si svolge tra vecchi cimiteri, teatri in rovina…
Nel labirinto di strade e viuzze della vecchia Barcellona, rivive, così, un allucinante dramma del passato di cui i due giovani sono, insieme, spettatori e protagonisti.
Recensione
Pubblicato per ultimo, questo è in realtà uno tra i primi romanzi dell’autore, quello a cui, tra l’altro, come egli stesso afferma, è più affezionato.
Dopo vicende editoriali un pò complesse, l’opera ha visto finalmente la luce nella veste desiderata da Zafon, come egli stesso spiega nella prefazione.
Si ritrovano elementi presenti anche nei due romanzi successivi: ad es. lo sfondo è sempre una Barcellona un po’ barocca, colta nelle sue atmosfere più misteriose, il protagonista è un giovane, curioso e intraprendente, ma anche insofferente di limiti e costrizioni e le vicende, come ne “Il gioco dell’angelo”, sconfinano nell’irreale e nell’horror.
La scrittura di questo bel romanzo è poi quella inconfondibile di Zafon: calda, avvolgente, a volte preziosa, altre più leggera ma sempre elegante e tutta da leggere!
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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