Autore della recensione: Emily Mosca
Titolo: La rabbia e l'orgoglio
Autore: Fallaci Oriana
Editore: Rizzoli
Argomento: Attualità e politica
Anno: 2001, Pagine: 163
Autore
Oriana Fallaci nasce a Firenze nel 1929 in piena era fascista. Durante la giovinezza, lo stato politico e sociale dell’Italia ha un notevole influsso sulla sua vita, così come la figura del padre, un liberale contrario alla corsa al potere di Mussolini. Dopo aver conseguito la maturità classica intraprende la carriera di giornalista e scrittrice. Inviata speciale de “L’Europeo”, collabora con le maggiori testate italiane e straniere, tra cui “Corriere della Sera”, “Epoca”, “Life”, “New York Times”. Tra i suoi romanzi si ricordano: “Penelope alla guerra”, “Lettera ad un bambino mai nato”, “Un uomo”, “Inshallah”, “La rabbia e l’orgoglio”. Risiede a lungo a New York. Da tempo sofferente di un male incurabile, scompare a Firenze il 15 settembre 2006 all'età di 77 anni.
La storia
Con questo libro la Fallaci rompe un silenzio durato dieci anni. Scritto in brevissimo tempo, “La rabbia e l’orgoglio” prende spunto dalla strage delle torri gemelle di New York. Nato originariamente come un articolo per il “Corriere della Sera”, si rivelò un pezzo troppo lungo per un quotidiano e quindi venne tagliato (occupò tuttavia quattro pagine e mezzo, cioè uno spazio mai dedicato ad un singolo giornalista), mentre l’intero scritto divenne un libro.
La Fallaci parla dei temi legati all’11 settembre, dell’America, dell’Italia, dell’Europa, dell’Islam, della Guerra Santa, del fondamentalismo religioso, delle diversità che rendono inconciliabili la cultura orientale e quella occidentale. Parla anche di sé stessa, del suo lavoro, del suo isolamento, della sua famiglia, dello zio e del padre, che le ha insegnato a non piangere mai. Tra gli episodi è da ricordare l’incontro con il Dalai Lama in T-shirt di Popeye. La stessa scrittrice definisce l’opera come un libero sfogo, un discorso rivolto al mondo intero, una denuncia fatta senza guardare in faccia nessuno poiché “Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”. È con questa espressione che la scrittrice sottolinea la sua incapacità di restare in silenzio, quel silenzio che aveva mantenuto per dieci lunghissimi anni.
Recensione
Quello che mi ha colpito di più di questo libro è lo stile: le parole forti che usa ed il rivolgersi direttamente al lettore. Ho trovato il libro interessante. Anch’io credo che il problema dell’immigrazione e soprattutto della successiva integrazione sia estremamente sottovalutato in Italia. Il libro è breve e scorre con facilità.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
clicca qui per inserire il tuo commento.