Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Nel braccio della morte

Autore: Ward Eyre Amanda

Editore: Piemme

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2005, Pagine: 315


Autore
A.E.Ward è nata a New York e vive in Texas.
Ha scritto numerosi racconti pubblicati su importanti riviste.
Dopo aver visitato il braccio della morte della prigione di Gatesville ha scritto questo suo primo libro.


La storia
In un braccio della Mountain View Unit (Gatesville, Texas) vivono alcune donne in attesa dell’iniezione letale: hanno in comune la televisione e il tavolo inchiodato al rettangolo di cemento davanti alle loro celle.
In questo piccolo spazio condividono giornate senza futuro, nell’attesa del momento in cui un furgone le trasporterà a Huntsville per l’esecuzione della pena capitale.
Tra queste c’è Karen, ex prostituta e malata di AIDS: torturata e violentata, ha ucciso molti dei suoi aguzzini ma ha ucciso anche Henry, un giovane colpevole solo di essersi trovato nel luogo sbagliato al momento sbagliato.
La giovane vedova, Celia, ha perso ogni interesse per la vita e aspetta quasi con gioia il giorno dell’esecuzione di Karen.
A queste esistenze è collegata anche quella di Franny: giovane dottoressa con brillanti prospettive di carriera davanti a sè, decide di lasciare New York per assumere il ruolo di medico nel braccio della morte, sostituendo l’amato zio morto improvvisamente. Franny vive una fase molto difficile della sua vita: fragile e vulnerabile, si prende a cuore la sorte di Karen che, con la particolare sensibilità dei sofferenti, intuisce le paure e le debolezze dell’altra..
La dottoressa, d’accordo con l’avvocato di Karen, chiede il rinvio dell’esecuzione perché la donna sta morendo di AIDS: che senso ha infierire ulteriormente? Perché non consentirle una morte dignitosa?
I tribunali respingono ogni richiesta ma sarà un gesto di umana pietà, l’unico che Karen abbia mai ricevuto nella sua sofferta esistenza, a concederle quello che la giustizia le nega.


Recensione
Realismo disincantato, stile asciutto e a tratti nervoso caratterizzano questo bel libro: senza pietismi riesce a commuovere e senza aprire polemiche manifesta chiaramente la brutalità della pena di morte.
La vita nel braccio della morte, che ha il sapore disperato e il gusto di “senza scampo” dell’Inferno dantesco, è vista “dal di dentro”, attraverso gli occhi folli o colpevoli o disperati delle protagoniste, delle quali l’autrice non sminuisce responsabilità e colpe ma non nasconde neanche lo strazio di un vivere così, come non nasconde la sua pene di fronte a quest’umanità degradata e sofferente.

Disponibile alla biblioteca "La Fornace" di Moie


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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