Autore della recensione: Matteo Boria

Titolo: Che la festa cominci

Autore: Ammaniti Niccolò

Editore: Einaudi

Argomento: Letteratura italiana

Anno: 2009, Pagine: 328


Autore
Niccolò Ammaniti è nato a Roma nel 1966.
Ha pubblicato Fango, i romanzi Branchie, Ti prendo e ti porto via, Io non ho paura, Come dio comanda.
Dai suoi libri sono stati tratti film di successo, di importanti registi.
E' pubblicato in quarantaquattro Paesi.


La storia
Il racconto si svolge in una grandiosa e lussosa villa chiamata Villa Ada in cui l'imprenditore Sasà Chiatti ha organizzato una festa per soli vip di Roma.
A questa festa partecipa il noto scrittore Fabrizio Ciba che sta attraversando un periodo negativo della sua vita e non riesce ad avere nuove idee per scrivere un bel romanzo e inoltre si infiltra anche una setta satanica di nome Belve di Abaddon che voleva uccidere una cantante di fama mondiale di nome Larita.
Succederanno molti avvenimenti anche strani in cui i principali personaggi verranno messi alla prova.


Recensione
Grazie alla comicità dell'autore possiamo cogliere i vizi e le poche virtù dell'epoca in cui viviamo.
Capiamo inoltre che si apprezza la propria vita solo nel momento in cui la stiamo perdendo e che giudichiamo le persone solo per il loro aspetto esteriore e non per quello interiore.
Infine, non pensiamo alle conseguenze delle nostre azioni e non riusciamo a prendere sul serio gli errori che commettiamo.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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Commenti - 1 presenti. Valutazione media: 6,00 / 10


Francesca Manoni (23/01/10)

Mi è piaciuta la prima parte del romanzo: lo scrittore presenta il gruppo satanista nel suo triste squallore che suscita pietà in chi legge.
In particolare è ben caratterizzata la figura di Mantos, la cui vita è costellata di troppi SE e troppi FORSE. Sono ironiche , amare e divertenti insieme le pagine dedicate allo scrittore Fabrizio Ciba e ad altri Vip presenti alla festa: l’ambizione, l’avidità, il desiderio di essere al centro dell’attenzione sono ben visibili anche dietro abiti eleganti, auto di lusso o abilità letterarie.
In modo veramente tagliente l’autore mette in luce il vuoto più totale che si nasconde, spesso, dietro lo scintillio di successo e fama.
La seconda parte del romanzo e, in particolare, la parte conclusiva, sfiorano la fantascienza: in certi eventi non è difficile scorgere l’allegoria di una civiltà allo sfacelo, in cui quasi nulla di autentico può ancora vivere, né la politica né l’arte…ma tale messaggio poteva essere comunicato anche evitando il ricorso al fantasy.

Valutazione: 6 / 10