Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il quaderno azzurro
Autore: Levine A.James
Editore: Piemme
Argomento: Solidarietà
Anno: 2009, Pagine: 291
Autore
J.A.Levine è medico alla Mayo Clinic e scienziato di fama internazionale: in collaborazione con la FAO e con le Nazioni Unite si è impegnato in progetti di solidarietà internazionale ed ha condotto numerose ricerche sulla condizione delle donne e sul lavoro minorile nel Terzo mondo e nelle aree più disagiate.
La storia
La piccola Batuk vive in un povero villaggio dell’India: all’età di 12 anni, a causa dell’indigenza della famiglia, viene condotta a Mumbai e venduta dal padre a Mamaki Briila, che gestisce un bordello.
Così Batuk vive in una gabbia, da lei chiamata nido, che si affaccia su Common Street, la strada a luci rosse di Mumbai.
In gabbie simili vivono altre bambine e un bambino, Puneet, usato, anche lui, per dare piacere agli uomini.
Batuk si procura un piccolo quaderno, una matita e scrive: nonostante le sue origini, è in grado di farlo perché istruita da un sacerdote e un maestro durante un lungo periodo trascorso in sanatorio. Batuk racconta della sua infanzia, del suo arrivo al bordello, del periodo trascorso in orfanotrofio, delle incredibili violenze subite da lei come da altri bambini, come quella, terribile, che poi subisce Puneet diventato adolescente.
Il suo mondo di orrore comincia e finisce in Common Street ma da questo mondo Batuk cerca di evadere volando lontano con la sua anima e scrivendo.
Un giorno, Batuk è ormai una bellissima quindicenne, viene condotta da un elegante signore in un lussuoso albergo: qui inizia per lei la serie più crudele delle violenze.
Recensione
Batuk è una ragazzina in sari rosa con il bordo color arcobaleno che l’autore ha casualmente incontrato nel quartiere a luci rosse di Mumbai.
Alla sua storia si ispira la narrazione che, quindi, racconta vicende tragicamente reali, tra l’altro, con i proventi del libro,l’autore ha istituito una fondazione a favore dei bambini sfruttati.
Senza autocommiserarsi, la giovanissima racconta la sua storia in prima persona: la pagina bianca offre uno spiraglio di libertà e di autenticità nell’abisso in cui è sprofondata e da cui cerca di non essere toccata conservando intatta la sua anima.
Bellissima lettura ma drammatica e angosciante storia.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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