Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: L'albero dei microchip

Autore: Abate Francesco, Carlotto Massimo

Editore: Ambiente

Argomento: Giallo

Anno: 2009, Pagine: 230


Autore
Francesco Abate nasce a Cagliari nel 1964. Giornalista e dj nei club dell’isola, ha scritto anche alcuni romanzi.
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956,vive a Cagliari. Considerato uno dei maggiori esponenti del NOIR mediterraneo, ha pubblicato diversi romanzi, tradotti in vari paesi. È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti.


La storia
Piemonte: prima geometri.
Matteo è un ragazzino con problematiche vicine all’autismo: purtroppo, proprio perché più debole, alcuni compagni lo deridono e lo maltrattano. Trovati dei computer seppelliti in prossimità di un campo da calcio, proprio questi compagni fanno credere a Matteo che computer e stampanti possano spuntare sui rami di un albero, purché questo venga sempre annaffiato.
Valeria, l’insegnante di sostegno, scoperta l’ennesima cattiveria ai danni di Matteo, avverte la finanza che, nel luogo, trova sepolti centinaia di elaboratori e di accessori: sono rifiuti speciali perché contengono sostanze molto tossiche che vanno smaltite secondo precise norme.
Per ridurre i costi di smaltimento, invece, una banca si è così liberata dei vecchi computer.
Iniziano le indagini della finanza che arrivano fino ad un personaggio di spicco: egli è realmente responsabile dello smaltimento illegale ma, ovviamente, si è procurato le dovute coperture.
Nello stesso tempo, in Liberia, il tenente dei caschi blu Kimmie Dou indaga su presunti traffici di armi gestiti da italiani.
Le indagini lo portano, invece, a scoprire un traffico di rifiuti speciali, cioè i computer della banca piemontese, trattati non solo da donne e bambini senza la minima difesa per la propria salute, ma poi gettati in boschi e foreste con le immaginabili conseguenze


Recensione
Verdenero è una collana dell’edizione Ambiente che pubblica romanzi noir i quali si occupano, come “ L’albero dei microchip”, di ecomafia.
Lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici è, infatti, il nuovo business della mafia che, con la copertura di interessi politici e finanziari, riesce a realizzare enormi profitti ai danni della salute dell’ambiente e degli uomini.
Non solo alcune zone dell’Italia del Sud ma Paesi come Cina, India, Liberia, Nigeria…si sono trasformati in vere e proprie discariche di rifiuti tossici e altamente inquinanti.
Questo il tema del romanzo, affrontato da due autori non nuovi alle inchieste più “scomode” dei nostri giorni, si veda “Mi fido di te”, riguardo la sofisticazione alimentare: con stile asciutto e sobrio, raccontano, ancora, una storia accattivante, purtroppo fedele spaccato della realtà di oggi.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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