Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Senor Peregrino

Autore: Samartin Cecilia

Editore: Bompiani

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2010, Pagine: 442


Autore
C.Samartin , cubana, è nata all'Havana ed è cresciuta a Los Angales, dove ha studiato psicologia alla UCLA.
Questo è il suo secondo romanzo.


La storia
Jamilet è nata e cresciuta in un villaggio del Messico: a causa di una macchia scura che le ricopre la schiena e le gambe fino alle ginocchia, la sua esistenza è stata difficile fin dalla prima infanzia.
Rifiutata, infatti, ed emarginata dai suoi coetanei, ha finito per sentirsi diversa dagli altri maturando, però, insieme, il desiderio di trovare un rimedio medico al suo “male”.
Questo è quello che, inutilmente, ha cercato di fare la madre di Jamilet ma le cure possibili sono “al Nord” ed occorre molto denaro per accedervi.
Alla morte della madre, Jamilet, quasi diciottenne, decide di lasciare il Messico e di recarsi a Los Angeles: viaggia da clandestina e, negli USA, è un’immigrata clandestina ma viene aiutata dalla stravagante e disordinata Tia Carmen, da circa 10 anni residente a Los Angeles.
Per ottenere il denaro sufficiente alle cure, Jamilet cerca e trova lavoro in un ospedale psichiatrico: il suo compito è quello di assistere, in pratica come una cameriera, , un paziente presentato come irascibile e bizzoso, che si fa chiamare Senor Peregrino.
Superato l’iniziale timore, si stabilisce tra Jamilet e il paziente una sottile e affettuosa complicità che si intensifica durante il racconto che il Senor Peregrino fa a Jamilet della sua vita e, in particolare, di quell’evento che l’ha profondamente segnata, cioè il suo pellegrinaggio a Santiago di Compostela con Thomas, il suo miglior amico, e Rosa, la giovane che amerà per tutta la vita.
Mentre il Senor racconta del suo viaggio, che assume sempre più la dimensione di un viaggio verso la consapevolezza, Jamilet continua anche il suo “viaggio” nella sua vita quotidiana tra paure e speranze, sogni e delusioni.
E’ bellissima la conclusione del viaggio di entrambi i protagonisti, che poi altro non è se non l’inizio di un nuovo cammino.


Recensione
Il romanzo, dal titolo un po’ insolito, scritto da un’autrice ancora poco conosciuta, è veramente una bellissima sorpresa.
Questo per l’originalità, secondo me, della trama che, pur presentando una storia dentro una storia, procede in modo fluido ed unitario con due figure di protagonisti più simili di quanto non possa sembrare per l’urgenza e la necessità di entrambi di fare i conti con le proprie paure e con il proprio senso di sconfitta.
Molto toccante il racconto del Cammino di Santiago che, tra l’altro, è quasi, per antonomasia, simbolo dell’essere pellegrini: il viaggio viene descritto con riferimenti precisi a luoghi e paesaggi ma alla precisione geografica si uniscono emozioni comunicate in modo immediato e diretto grazie ad una scrittura ricca, calda, elegante e con forti connotazioni emotive.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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